Giorgio Casali, Inchinami a ciò che di me è più grande

Portami in faccia ancora il vento
e le luci da sopra la collina,
raccontami famiglie, il borgo del paese,
le piante che dovevi arrampicare.

Dimmi dei prati dove giocavi,
di cosa c’è adesso ne ha preso il posto,
di cosa sarà di queste mie mani.

Curami avvolto nel centro del letto,
inchinami a ciò che di me è più grande,
fischiami l’harvest fammi
addormentare.

(Da Domestiche Abitudini, Contatti Edizioni 2020)

Giorgio Casali, Quasi una piazzola

La poesia non è una cosa astratta ma
un singolo verso scritto di sbieco
che lascia due macchine dietro a
strombazzare
quando sul ciglio mi son fermato male.

(Da Domestiche Abitudini, Contatti Edizioni 2020)

Giorgio Casali, ‘96

È morto prima di morire,
guarito un giorno per andare
avanti a morire un altro giorno.
E lì, bambino, ho saputo
della fine, che cosa è terra
e cosa Cielo: muore, mio padre,
prima di morire.

(Da Domestiche Abitudini, Contatti Edizioni 2020)

Giorgio Casali, Geografie

per il diverso senso del tempo di quando si ama
il prima era anche un dopo
e il dopo anche un prima.
Peter Handke

Dove il mattino ci ritrova riposti
gomito tra mani, caviglia sui calcagni
fronte su torace, gambe messe giuste tra le cosce
ed altri fantasiosi attorcigliarsi
che la notte inventa ai nostri corpi,
è già la casa, porta del cielo,
tempo che trovo il senso
di ogni luogo.

 

(Inedito)

Giorgio Casali, Idraulica

Se mettiamo i nostri corpi attentamente
come tubi di precise condutture
diventiamo gli artigiani degli umori,
canali di sorgente, letti di fiume
e acqua che chiamo, che tu depuri;
se t’aggrappi con la bocca al rubinetto
non si sente più l’angoscia
dell’amore.

 

(Inedito)

Giorgio Casali, Proprio all’inizio dell’autunno

«… Puzzi già d’inverno, la tua pelle,
i tuoi vestiti …»: così mi dici
e non è neanche il ventinove di settembre.

Sarà la fine che mi s’attacca sempre,
il letargo che ho d’inverno ma inoltrato
fin dal giorno in cui sono nato.

 

(Inedito)