Altro da me,
l’anima aggiunta
lavora da sola
Mi scrive e mi dice
con fare garbato
La penso e non c’è,
mi volto e lei ride
Il bello – sapete? –
è che lascia i suoi segni
(Da L’anima aggiunta, Edizioni SEAM 2014)
Altro da me,
l’anima aggiunta
lavora da sola
Mi scrive e mi dice
con fare garbato
La penso e non c’è,
mi volto e lei ride
Il bello – sapete? –
è che lascia i suoi segni
(Da L’anima aggiunta, Edizioni SEAM 2014)
A rabbi Aronne fu chiesto
cosa avesse imparato
dal suo maestro
il grande Magghid
“Nulla” rispose questi
“Ho imparato il nulla
il senso intimo del nulla
Ho capito che sono nulla
e che pure sono” (*)
I margini del nulla
non sono luce o buio
eppure hanno voce
sottile e impensata
Ai margini del nulla
cieco sta un lume spento
nella tenebra smagliante
(*) Da Martin Buber, I racconti dei chassidìm, Garzanti 1979.
(Da Lascia la tua terra – Sinfonia del congedo, Fara Editore 2017)
Sgorga un coro
dal profondo
pieno e potente
ma d’un colpo tace
C’è musica di festa
che vien dal mondo
e poi si smorza
in rivoli di silenzio
taglienti come lame
d’antico macellaio
Il solfeggio dell’anima
ha identico destino
sempiterno essere
infinito morire
Doppio spartito
per voce singolare
(Da Lascia la tua terra – Sinfonia del congedo, Fara Editore 2017)