Solo Tu, solo Tu mi vedi intera e sai
lenire l’incomprensione amara, che ci
rode e a tratti ci sbrana. Non credessi
all’invisibile, Signore, una fossa avrei
scavata, quante volte, a seppellirmi
viva. Ma sei tu l’Oltre che vado cercando.
Che sento, che vedo, è a Te che io chiedo
protezione profonda, l’incursione del Bene
nelle mie piazze, e la pace tua dolce
sulle mie pene. E un poco di luce, quel
tanto che basta per avanzare senza
troppa paura e a sera renderti ogni mia
cosa, sia essa gaia e fiduciosa, oppure
triste e polverosa. Che vita vien fuori,
sarai Tu a dirlo, alla mia fronte
imperlata di Cielo, e alle mie mani
tese a raccogliere del tuo splendore
l’eterna manna, mio Redentore.
(Da Credere nell’Attesa, Terra d’Ulivi Edizioni 2017)