Alejandro Murguía, Trastevere Sunday

Trastevere Sunday

In the piazza di Santa Maria in Trastevere
the old woman dressed in black
hunched over her begging basket
feet twisted backwards
wails a heart-rendering plea
to a God that is deaf
while tourists fan themselves in cafés
and the sun scorches the cobblestones
oily and black
with a hundred decades grief and poverty
that a coin dropped in her hand
cannot erase
and what government sends
grandmothers to beg in the sun
burning the skin from the flesh.

*

Domenica a Trastevere

Nella piazza di Santa Maria in Trastevere
un’anziana vestita di nero
chinata sul suo cestino dell’elemosina
i piedi rivolti all’indietro
ulula una preghiera straziante
a un Dio sordo
mentre i turisti si sventolano nei caffè
e il sole cuoce i sampietrini
unti e neri
da centinaia di decadi di dolore e povertà
che una moneta lasciata cadere nella sua mano
non può cancellare
e, quale governo spedisce
le nonne a chiedere l’elemosina al sole
che ustiona la pelle della carne.

(Inedito, traduzione di Alessandra Bava)

Alejandro Murguìa, Il sogno di Lorca

Lorca’s Dream

They tell me that your clavicle
is a star over Andalucia
that your melancholic metacarpals
still clutch a clod of earth
that your hips have not ceased dancing
in La Habana like in New York
and that in your eye sockets
jasmines have bloomed
and every petal a poem
that your jaw bone is the voice of all
the suspicious ones, the degraded ones
those insulted and executed
that the moon cradles your bones Fedérico
fragile as the wings of hummingbirds
That’s what I was told one silvery night
by the little red ants
that sleep in your cranium

 

Il sogno di Lorca

Mi dicono che la tua clavicola
sia un astro sospeso sopra l’Andalusia
che i tuoi splenici metacarpi
stringano ancora una zolla di terra
che i tuoi fianchi non abbiano mai
smesso di danzare
a L’Avana così come a New York
e che nelle orbite dei tuoi occhi
siano fioriti i gelsomini
e ogni petalo sia una poesia
che la tua mascella sia la voce di tutti
i sospettati, i derelitti,
i vilipesi e i fucilati
che la luna culli le tue ossa Federico
fragili come ali di colibrì

Così me lo raccontarono in una notte argentata
le piccole formiche rosse
che dormono nel tuo cranio

 

(Da Offerte di Carta, traduzione di Alessandra Bava, Gilgamesh Edizioni 2015).