Jonida Prifti, Gjak në mjegull me sy (Sangue annebbia con occhi)

Gjak në mjegull me sy
në fyt tym, njom ndjesinë
pështyj gurin e çmuar
mbi kokë vendos luginën
përmes zërit kumboj
nga pesha në shpërndarje
në ç’formë jam?

Sangue annebbia con occhi,
fumo in gola, umido sentire.
Sputo la preziosa pietra,
la valle metto in testa.
Per mezzo di voce, riverbero
dal peso in diffusione.
In quale forma sono?

(Da Stazione degli occhi (O del corpo che si sottrae), Kurumuny Edizioni 2021)

Marthia Carrozzo, Envoi dell’acqua che sa (o del faro di sé)

Per quella forza che fa faro anche distanti,
non mi perdo.
Per quella luce che davvero riconosco al corpo tuo,
tu qui mi vinci.
Per la saggezza trasparente della pelle,
seguo il sangue.
Per quell’amare delle membra che mi sfianca,
mi appartengo.

(Da Di bellezza non si pecca, eppure (O del corpo che muove prima), Kurumuny Edizioni 2022)

Dimitri Ruggeri, V (vu).

L’aria divide il tempo ancora per poco
e noi due, prigionieri d’osso e sangue,
cesseremo di essere estranei.

Il suono dell’orologio che portavi odorava di pelle vera
e raffazzonava le lancette in voli di rondini compresse.
Tra un po’ ci dovremo rincontrare:

tu, massacrato in gola,
col fiato evaporato nel mondo,

io, sognatore stanco,
con lo sguardo in cielo a guardare il volo degli asini,

noi, tumulati in Africa, con l’attesa del ritorno degli uccelli
a forma di vu
come li disegnavano i bambini.

(Inedito)

Domenico Russo, Un bambino mi chiede se sanguinare fa male

Un bambino mi chiede se sanguinare fa male.
Io, trenta anni fa, volevo conoscere il perché
[del mio nome.
Ero sempre intero,
se non fosse stato per una spaccatura naturale da riempire continuamente al centro.
E di lato al cuore,
una stanza dove era nascosto il dolore.

(Da Puerperium, Eretica Edizioni 2022)

Felice Paolo D’Ottobre, Passeggio sulla spiaggia di Sabaudia (a Gabriele Galloni)

Passeggio sulla spiaggia di Sabaudia
tra i ragazzi sdraiati sulle dune
rasentano i granelli d’una vita
adolescente. È questa vita lenta
lo spensierato tornare del vento
il nuotare della sabbia dorata
le gambe stanche di fine giornata,
il colore aureo che la pelle irradia,
passeggio sulla spiaggia di Sabaudia

(Inedito)

Manuela Cecchetti, Non fare nulla

Non fare nulla
nel fare d’ogni giorno
un vuoto a perdere tra fondi
di bottiglia,
pareti nere di fantasmi
tracima un fumo denso di parole
la fame d’aria cilestrina
increspa cumuli di reti.
S’accosciano le merle
in aliti di neve.

(Inedito)

Tonino Vaan, fantasmi [tre]

C’era un fantasma in fondo a un corridoio
pare non avesse, più bisogno di sostegno
essendo stato il suo, un percorso lineare
aveva tracciato una strada facile da seguire
nell’urgenza di lasciare, ciò che di lui fosse rimasto vivo
Tutto un dolore fu disposto a tollerare
comportamenti disfunzionali capaci di arrecare
continui disturbi, da stress post mortem
Coltivava ora foschia, dentro un arazzo
dispensando consigli, a cui aveva già pensato

(Inedito)

Carlo Ragliani, Ricomporre l’opera

ricomporre l’opera
erigerla all’esistenza
non sia l’esigenza
di finitezza
per il corpo cui nulla
si risparmia
ma la necessità
di sradicare
l’onnipotenza
oscena
e fecondarla

(Inedito)

Adriana Tasin, può accadere che fermo alla finestra

può accadere che fermo alla finestra
tu cerchi una voce
ti approssimi con l’orecchio al buio
zittisci tutti e dici:
ma non sentite?
sporto all’epifania della montagna
nudo, ancora il cordone da tagliare,
senti cose che nessuno sente
e non sono certo da dimenticare

(Inedito)

Felice Paolo D’Ottobre, Una furia le zanzare d’estate

Una furia le zanzare d’estate
che danzano in tondo alla citronella.
Cadenzano il ritmo roteando le ali
i grilli che cantano a tarda sera.
Seccata la luna da ogni poesia
si placa circolare sulla retina.
Pungente e agra la fragranza del grano
raccolto in tondeggianti rotoballe.
Papà fa cerchi di fumo sdraiato
sulla sedia, la grappa nel ballon.

(Inedito)