Letizia Polini, Tracciarti il contorno

Tracciarti il contorno
per ricordare la forma
e rifarla.
Nel sonno fare densa l’orma
della sparizione, ricordare
che ti è intrinseco tentare
con prudenza l’equilibrio
sulle linee quando corrono
verso il punto della fuga.

(Da Macula, Ensemble Edizioni 2022)

Antonio Raffaele, Siamo trampolini alti e stretti

Siamo trampolini alti e stretti,
letti a una piazza,
a far finta di dormire tranquilli.
Siamo di vetro e di pioggia,
e di notte, per la paura di cadere,
siamo i sogni
di un’ampia piazza di voci
rassicuranti contro
altri uomini di vetro
e di terra bruciata
senza pioggia
e bagnati di mare.
Paura,
paura di spogliarsi
della paura,
di svegliarsi trampolini e salti nel vuoto
inesistenti.
Di scoprirsi vetri
molto poco trasparenti.

(Inedito)

Frankie Fancello, Trafugo corpi dal perno del sogno

trafugo corpi dal perno del sogno
e per questo le mie mani, oggi,
odorano di acetilene (una fiamma si accende
buffa si alza fino al soffitto,
unico lampo di chiarezza
nella stanza abbuiata dal tuo busto atletico
che mi istiga alla profanazione).
ora, per non perdere più il sapore
di questo fiore rosso che ci copre tutto
t’immagino mentre crolla la pelle
il ministero, le sovrastrutture, i cementifici,
un giardino colore tramonto arreso
e questo vuoto incolmabile
che fa rima col tuo corpo.

(Inedito)

Antonio Semproni, Mercati e mercati

Ci sono mercati di frutta, verdura e formaggi
e mercati di blue chips, bond e bitcoin
mercati dove l’uomo mangia pane
e mercati dove l’uomo ha sempre fame

Siano compatiti questi affamati
che si ostinano a non volerne sapere
di gorgonzola radicchio noci e pere
nemmeno un gheriglio
parlano solo di comprare la piazza del mercato
per metterla in una immobiliare
che starà sotto una holding
che verrà quotata in borsa
a Milano, Parigi e New York
allontanandosi sempre più dall’oggetto del mangiare

(Da Mercati & mercati, Transeuropa 2022)

Stefano Ricchitelli, La cena delle ceneri

Pressato da un cielo asfaltato ma lubrico,
siedo alla tavola imbandita all’aperto dal fratello di Tieste,
sono col fiero pasto un piatto unico.
Il bagliore di un tablet vivido tra le portate funeste
si schianta sul cranio scoperto di una mosca:
accecata, affoga nello specchio d’acqua imbicchierata. Un’esca.
Del resto, ha ingerito con ali consunte
vie, che trangugiamo ogni giorno da contorno,
come trenette asciutte gonfiate al sole.
Ci affanniamo ad assicurarci un vagone ristorante,
se, caracollando, piove.


(Inedito)

Poesia Ultracontemporanea chiude a tempo indeterminato

Gentili lettori, poeti, amici,

Ho maturato la decisione di chiudere questa antologia permanente che ho curato negli ultimi quattro anni perché avverto la necessità di concentrarmi maggiormente su altre priorità.

Lasciando online l’archivio, ringrazio tutti coloro che hanno inviato con fiducia e stima i propri testi e vi rimando alla consultazione di quanto pubblicato finora.

Arrivederci altrove, e grazie.

Sonia Caporossi

Silvia Bre, Non è l’anniversario di un’assenza

Non è l’anniversario di un’assenza –
è che ti trovo qui nei miei pensieri
come un custode fermo sulla porta
che dà sul mondo e sugli ingressi scuri,
con l’aria di chi ascolta una parola.
Noi ti pensiamo.
Andartene fu un ordine severo
al quale continuiamo ad obbedire –
siamo rimasti qui dove ogni tanto
si nomina il tuo nome,
dove hai lasciato a respirare i versi:
stiamo al tuo posto – eredi di una sedia –
tra le cose. Ancora non sappiamo
quale male fu tuo che non è nostro.

(Da Le barricate misteriose, Einaudi 2001)

Poesia Ultracontemporanea va in ferie

Poesia Ultracontemporanea chiude per un periodo di meritato riposo. Del resto il nostro motto è: una poesia al giorno, o quasi (sic!). Ma la poesia non finisce qui.

Per avvalorare il lavoro svolto finora, Vi invito a leggere, rileggere e commentare i testi finora pubblicati: gli autori, quasi tutti viventi, ne saranno felici.

Continuate a mandare i vostri lavori inediti o editi (comprensivi in tal caso di nota bibliografica) a criticaimpura@gmail.com per eventuale valutazione e selezione: le pubblicazioni ripartiranno dal Primo Settembre.

Buone vacanze ultracontemporanee a tutti!

Sonia Caporossi

Davide Galipò, Pleistocene

Aveva qualcosa in cui
sperare guardando di lato
il primate sorride cantando
le gesta del cielo e del fuoco.
Nuvola dolce è il sereno
contadino che spacca la legna
incurante del rumore di fondo
del significante fuori sincrono.
La nuova carne è nel registratore
congela l’istante come certe fotografie
ed ecco le proteste dei vecchi paesaggisti
“il linguaggio è mio e lo gestisco io.”
Ma la parola non è mai conservazione:
di solito nasce per avere una chance
tra il machete ed il piombo;
non muore con te – ti sopravvive
la parola – che oscuro presagio –
può fare a meno del corpo:
basta trovare un altro organismo
ospitante. La parola è endemica.

(Inedito)

Pasquale Lombardi, Un disegno a matita

un disegno a matita
una figura
la mano se dimentica il colore
diventa immaginare

(Inedito)