Sergio Rotino, Ogni cosa

ogni cosa
ogni cosa è già stata scritta quindi
ogni cosa è
ma non vuol dire nulla perché ogni parola è cosa ogni cosa è detta nell’ombra sta aspetta e appena la
[maledetta cade fuori
dalla nostra bocca imperfetta ci culla afferra il nostro peso lo afferma cancellandone le forme dice che è
[vero il vero anche se no anche se tutto si vede non è ha colore
del nero abisso addosso ci resta veste i nostri nessi di quel vero coraggio per quanto nero sia sincero nel
[moto della menzogna appare
sempre lo ripete sempre ci svuota sia o meno il nostro volere ci crea vita attorno la smonta la ricompone
[afferma quanto sia vera pur calata
dentro il nero colore gli aggiunge valore ogni tanto ci rende leggeri dentro il nero affondati coscienti del vero
[incoscienti

(Da Narrazioni, Seri Editore 2021)

Sergio Rotino, a black box

chi ti riposa parallelo al fianco
in quella posizione che vuota dovrebbe stare
sarà l’ammanco dell’erede
così leggero da non intaccare l’imperfetta piega delle lenzuola
oltre il bianco tubicino addominale
da cui si inizia a svuotare il principio della terra
credendo ancora quanto basta al ferro della ragione
mentre tutta intera la sua massa prende forma e
tracima da guerra in distruzione

 

(Inedito)

Sergio Rotino, la casa (il libro)

chi lo possiede muore
per poi risorgere lui stesso
possidente posseduto dal rito scatenato
dalla catena che ha divelto avendone il corpo
martoriato con lame della colpa rami o lenti umori corporali
nell’ottovolante di un inferno similpersonale dove
chi entra esce accettandone il rovescio
si esce per poi entrare
perché all’equilibrio tendono le parti
alla stasi di tutti i componenti
impossibile perciò questo rovello terminare
bisognerebbe con forza sperderne le forze poi
disconoscerne il giogo rimorire

(La casa 1981)

 

(Dalla silloge Variety 2.1, tratta da Corale. 22 voci poetiche per Dieci anni Le Voci della luna 2007, a cura di Fabiano Alborghetti)

Sergio Rotino, nel bosco

dice sono nel bosco sono qua mi vedi dove prende a tratti non prende la voce o solo il suono della voce per cui non sa chi sente all’altro
lato del campo nello spazio vuoto oltre il rumore e quanto dica
all’orecchio lungo agli occhi fondi corredo di una bocca ossuta così bianca ma così bianca da abbagliare persino quella nave che le onde
solca del rabbioso mare in cerca di una luce sicura di un faro capace
di indicare la via potente sì però così è troppo è tanto non sa no che non lo sa chi chiama dal fondo del bosco dicendo son qua se quello
amato oppure un orco uno spettro fuoriuscito dal fosso vede
solo il colore suo rosso dice ma è persa non sa chi la chiama da dove cosa veramente sente cosa realmente prova per dire ma a chi poi a
che cosa nonna chiede mamma però non piange se lo fa non lo dà a vedere son qua torna a dire il tempo diventato fosco qua vienimi a
prendere liberami
sono nel bosco

 

(Inedito)

Sergio Rotino, Sei la sua lingua

* sei la sua
lingua e il suo
cuore

sei stato

rovi e spine
sei u

un buco
nero antimateria
profonda l
la voragine

sei per lui il
profondo stupore
della rosa che vive

un’altra vita

ancora vivi
contro t
tutto di lui

vivi

 

(Da Vivaio, silloge inedita)