Giancarlo Sissa, Il mondo del mattino

1
Ha occhi di neve il cammino, perdoni senza senso, fiamme tipografiche di rondini nelle più compiute malinconie della luce. Nelle imprecisioni del tempo o in riva al pesco nevicante solo la pietà ci salva – i poveri di spirito- stanche d’acqua le gambe e gli occhi, interi pezzi di sogno accesi come voci al mercato, vendono pane, sbarazzano l’alba del fango.

2
Così abitiamo il mondo del mattino, l’orto della scrittura, le catene silenziose del respiro, del tempo nella stanza e del seme – fiume fermo, cometa che sosta abituandosi a noi-. E le vie nel petto chi le conosce? il temerario assetato di vento, il geografo del ritorno, i destini dei bimbi sotto il cuscino, i colpi di remo nello scalmo, la cucina che accudisce la notte, l’alba nelle tazze, la patria dei risvegli.

3
E l’orlo sono i sogni aperti fra i rami, la buia caccia. fredda come uno schiocco. Rivedi mai l’ombra del nido? o l’ombra della pagina in riva al sonno condiviso? il buon sonno che cuoce il pane, prepara figli e giochi, le rincorse del mattino?

 

(Da Persona minore, Qudu Libri 2015)

Giancarlo Sissa, Guarda

Guarda
l’eleganza della rondine
il ciglio non scordato
negato il sorriso a un batticuore
o il movimento dell’anima
quello improvviso – e lieve –
nella pioggia che non sa farsi neve
libero in fondo a un cielo
– e che strana morte
l’aver sperato forte –

(Da Il mestiere dell’educatore, Book Editore 2002)

Giancarlo Sissa, Abisso

Quello che mi interessa è l’abisso
iniziale, non quello definitivo, quello
qualcuno lo chiama paradiso, io sto
nel vortice dell’ombra invece
che ruzzola a un buio vento
le foglie sul ciglio della statale
e in silenzio ascolto il nostro male
– questa notte vorrei sognare
immobile l’aratro della morte
non avere conosciuto vino mai
o diversa sorte, resuscitare
una pianticella di fagioli
seminata da bambino –

 

(Da Manuale d’insonnia, Nino Aragno Editore 2004)