1
Ha occhi di neve il cammino, perdoni senza senso, fiamme tipografiche di rondini nelle più compiute malinconie della luce. Nelle imprecisioni del tempo o in riva al pesco nevicante solo la pietà ci salva – i poveri di spirito- stanche d’acqua le gambe e gli occhi, interi pezzi di sogno accesi come voci al mercato, vendono pane, sbarazzano l’alba del fango.
2
Così abitiamo il mondo del mattino, l’orto della scrittura, le catene silenziose del respiro, del tempo nella stanza e del seme – fiume fermo, cometa che sosta abituandosi a noi-. E le vie nel petto chi le conosce? il temerario assetato di vento, il geografo del ritorno, i destini dei bimbi sotto il cuscino, i colpi di remo nello scalmo, la cucina che accudisce la notte, l’alba nelle tazze, la patria dei risvegli.
3
E l’orlo sono i sogni aperti fra i rami, la buia caccia. fredda come uno schiocco. Rivedi mai l’ombra del nido? o l’ombra della pagina in riva al sonno condiviso? il buon sonno che cuoce il pane, prepara figli e giochi, le rincorse del mattino?
(Da Persona minore, Qudu Libri 2015)