Sono figlio di un distico
d’infradiciate metafore
particella mutante
sinestesia persistente.
Coniugato all’incerto
di elegie basculanti
sillabeggio beffardo
scavando fosse comuni
zeppe di anafore e accenti
condizionali condanne
al verseggiare perenne
‘ché l’aggettivo straborda
sopra gerundi ammaestrati.
(Inedito)