Bartolomeo Bellanova, La lenta prateria

La lenta prateria
di cotone del cielo
si sfrangia in cupole e torri

fiabeggia carrozze senza nocchiere,
galleggia sopra un distillato di luce.

È la saliva dei morti
rimasta sospesa
tra l’esofago e il buio

nell’attimo esatto
dell’ultimo squillo di tromba.

È l’espirazione dell’agonia in faccia
alla finestra unta del mondo.

È l’Iliade degli inganni senza
cavallo di legno.

È l’Odissea tessuta di notte
al telaio dei rimorsi
e ripiegata di giorno
nel portafoglio.

È il Cantico dei Cantici,
stonate memorie
dei corpi amati
e delle pelli.

Quaggiù le formiche operaie,
le regine e le puttane
vanno avanti e indietro

ignare dei poemi del cielo.

(Da Diramazioni, Ensemble 2021)