La lenta prateria
di cotone del cielo
si sfrangia in cupole e torri
fiabeggia carrozze senza nocchiere,
galleggia sopra un distillato di luce.
È la saliva dei morti
rimasta sospesa
tra l’esofago e il buio
nell’attimo esatto
dell’ultimo squillo di tromba.
È l’espirazione dell’agonia in faccia
alla finestra unta del mondo.
È l’Iliade degli inganni senza
cavallo di legno.
È l’Odissea tessuta di notte
al telaio dei rimorsi
e ripiegata di giorno
nel portafoglio.
È il Cantico dei Cantici,
stonate memorie
dei corpi amati
e delle pelli.
Quaggiù le formiche operaie,
le regine e le puttane
vanno avanti e indietro
ignare dei poemi del cielo.
(Da Diramazioni, Ensemble 2021)