Fabio Orecchini, Termodispersione

fibrilla – ma non una scheggia di luce –
la vita nei giorni dimenticati e anche
il mattino di siepi pare grinzare – fraintende
le foglie nel loro restringersi- come in attesa
del tempo
non v’è traccia

filamenta, nell’erba
un sospiro di gigli potenziali
le tue mani le forbici tagliare
incidere radici sradicare fusti sradicare
– la coscienza dell’autunno
il primo giorno di primavera –
equinozio
questo nostro silenzio

lamina
rugiada allungata il tuo sguardo
l’artiglia la solca la terra
il mio io – l’umido terrestre –

goccia dopo goccia il primo sole
le lacrime il sudore quel silenzio

le mosche cercano gli occhi sempre gli occhi,
l’iride.

(Da Dismissione, prima ed. Polimata 2010,Luca Sossella libro+cd PANE, Polimata2014)

Fabio Orecchini, Madre a nascondere i polsi

madre a nascondere i polsi, le artriti
dei legamenti, il nodo ritorto dei legami
l’incedere a passi lenti sommovimenti,
il padre a mostrare i denti, i lacerti, incerto
se ridiscendere verso i catrami mostrami
il martirio di pose le forze arrese, i reperti
non per trascinarsi -iridescente- non per non dire
i come ancora i se resti – resisti –
ridere di quanto vissuto per niente

(Da Per Os, Sigismundus Edizioni 2017)

Fabio Orecchini, Le voci plateali

Le voci plateali

a fare peso, dove tutto è solo forma già compiuta nelle pause dire l’altro sommessamente adire abito un nome non un corpo o ancora un filo che attraversa un io residuo uni-sonante come un silenzio elettrico

uno sparo, siamo deserti fertili di bombe

 

(Da Figura, Oèdipus Edizioni 2019)