Patrizia Cavalli, Addosso al viso mi cadono le notti

Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

 

(Da Poesie 1974-1992, Einaudi 1992)

Patrizia Cavalli, Amore non mio e neanche tuo

Amore non mio e neanche tuo
ma chiuso prato dove siamo entrate,
da dove poco dopo sei riuscita
e dove io infingarda ho fatto casa.
Io guardo te da dentro che stai fuori,
che gironzoli ai margini distratta
e a volte ti avvicini a controllare
se ancora sono lì ferma e stordita.

(Da Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi 2006)