Essere per queste zolle
sparse il lento verme
che feconda un fango,
defecare i semi
portati dal vento,
germinare un tempo
di perenne estate
ch’evapori questa
malaria di mare
e affacci il sale
nelle facce, nelle
zucche tarlate dei potenti
ormai portenti
del nulla
agli occhi della gente
– che mente cieca –
per sopravvivere
di niente.
(Inedito)