Danilo Carciolo, Contessa

Contessa d’una nobiltà rivelata
dalla natura, per questo reale, per questo
sincera: dinastica, non comprata.

Il bosco che ci avvicinò ci ha
divisi, pur avendo entrambi
imboccato lo stesso sentiero di luci,
oscurità, radici. Dentro l’astuccio, dentro
il violino, tra le pieghe delle corde
cavalcano note tra i crini: scalpitano,
sfondano incrinate porte di silenzio senza
bisogno di chiavi, di soli. Non mai tu sfoglierai
le notti di pensieri, tra digitali pagine
di libri e di sistemi, senza sentire un
fremito musicale: il corpo reclama
il movimento, il sudore, il canto.

Alla luce della luna, allora: scosta
i capelli dagli occhi di duna, brilla
tutta la vanità che merita la Terra,
“lascia che il tuono esploda”: canta.

 

(Inedito)