Nuvole, sì, non ve ne importa tanto,
lo so, ma non vi accolgo nel mio canto,
c’è la svalutazione, l’inflazione,
la vostra nobiltà qui non resiste,
siete appannate ornai, appannaggio triste
di autoeletti poeti, ripetenti
litanie di prescelti, fortunati
che vi toccaron con untuose mani,
mentre io restavo muto.
Vogliate qui accettare il mio saluto,
voi, i raggi del cielo, le onde, il gelo
di ogni mare dove si corre grati
con piedini di piombo e voci scure
per pagine che planano sicure
su cuori dozzinali, miti orecchi,
pianti buonisti su delitti esatti
ed ossidati specchi.
(inedito)