Natàlia Castaldi, C’è una pace oggi nell’ascolto delle cose

C’è una pace oggi nell’ascolto delle cose
che come l’insieme delle gocce
forma l’incalcolabile vastità del mare
quando soffia l’attesa lieve delle onde
sull’increspatura della tua fronte
che arriccia in silenzio il sopracciglio
e pensa

C’è una pace nel sentirsi granello tra le cose
che non si chiede ma si perdona l’esistenza
ora che la fine dell’anno è solo un rito formale
per il computo delle nostre ossa,
un bilico di sabbia d’un tempo inesistente
nelle lingue inceppate tra le intercapedini del senso
C’è una pace tersa stasera nel barattare al tempo il mio perdono

 

(Da Dialoghi con nessuno, Quaderni di Rebstein 2010)

Natàlia Castaldi, Ma poi ritorno sempre ad ascoltarti

Ma poi ritorno sempre ad ascoltarti
È difficile descrivere l’intonazione del silenzio
la modulazione atona di un respiro
quando il nulla è terso oltre la nebbia

C’erano i gerani, oggi forse è estate
– La senti la brezza? Si solleva da ponente.

Sembra improbabile l’alba dopo la veglia delle attese
quando dirada in un filo di pensiero
e si appagano i sensi nell’incanto della pioggia

(Da Dialoghi con nessuno, Quaderni di Rebstein 2010)

Natàlia Castaldi, Nulla da dire, dottore

Nulla da dire, dottore.
Niente da dichiarare.
Mi ha uccisa il primo diciannove
dell‘anno che converrà dalle sue carte.
No, non ho nulla da aggiungere, dottore,
le parole le ho lasciate ai fogli.

Basta saper interpretare il freddo della lana sulla pelle,
quando i capelli si raccolgono a ciocche sul pavimento.
Basta saper leggere, dottore, quello che non fu scritto,
come che pioveva.

Lo so, è banale, l‘inverno piove sempre
e questo non scagionerà le mie colpe,
ma pioveva che il silenzio era angosciante
come una musica che s‘inceppa nella puntina,
un vinile in fruscio come il vento tra le foglie.

Poi non ricordo, dottore, ho smesso di sentire.

 

(Inedito)

Charles Simić, Clouds Gathering

It seemed the kind of life we wanted.
Wild strawberries and cream in the morning.
Sunlight in every room.
The two of us walking by the sea naked.

Some evenings, however, we found ourselves
Unsure of what comes next.
Like tragic actors in a theater on fire,
With birds circling over our heads,
The dark pines strangely still,
Each rock we stepped on bloodied by the sunset.

We were back on our terrace sipping wine.
Why always this hint of an unhappy ending?
Clouds of almost human appearance
Gathering on the horizon, but the rest lovely
With the air so mild and the sea untroubled.

The night suddenly upon us, a starless night.
You lighting a candle, carrying it naked
Into our bedroom and blowing it out quickly.
The dark pines and grasses strangely still.

*

Si ammassavano le nuvole

Sembrava il tipo di vita che volevamo.
Fragole di bosco e panna al mattino.
La luce del sole in ogni stanza.
Noi a camminare nudi sulla riva.

Qualche sera, però, ci siamo trovati
incerti sul domani.
Come attori tragici d’un teatro in fiamme,
con gli uccelli a ruotare in cerchio sulle nostre teste,
e i pini scuri inspiegabilmente fermi,
abbiamo calpestato ogni roccia insanguinata dal tramonto.

E poi di nuovo sul nostro terrazzo a sorseggiare vino.
Perché sempre questo senso di tragico finire?
Nuvole dalle sembianze quasi umane si ammassavano
all’orizzonte, mentre ogni cosa era piacevole
nell’aria mite e il mare sereno.

Quando la notte ci sorprese, una notte senza stelle.
Tu accendevi una candela, nuda la portavi
in camera da letto e in fretta la spegnevi,
mentre ancora lì, inspiegabilmente fermi, i pini scuri e l’erba.

 

(Traduzione di Natàlia Castaldi)