Conosco a memoria la strada di casa,
la targa della mia auto,
il sapore della fetta al latte,
il mio codice fiscale,
e quest’ultimo per me è quasi un miracolo.
Ricordo perfettamente
il mio primo giorno alle elementari,
quando era il colore di un fiocchetto
a decidere in che classe ti spedivano.
Posso raccontarti di quando
da bambino al market scambiai
un’altra donna per mia mamma,
o di quanto fossero perfettamente simmetrici
i baffetti di mio Nonno.
Posso vantarmi di aver visto in Italia un cinese anziano,
e addirittura di aver visto in diretta
un gattino fare la cacca.
Beh, la verità è che non so perché io
mi sia messo a raccontarti tutto questo,
sarà che parlo a ripetizione quando mi manca l’aria,
colpa di quella ventina di centimetri
che vanno dai tuoi fianchi alle gambe.
Meriterebbero una laurea honoris causa.
Sei venuta con un cappotto rosso stasera,
ho pensato che ti sta benissimo
ma anche che deve particolarmente
far male al buco dell’ozono perché
è da quando sei qui che improvvisamente
è estate a dicembre.
Sto pensando che la prossima volta
prendiamo una camera fumatori,
magari mascheriamo un po’
il tuo splendido odore
che mi fa dire solo cose stupide.
Anzi, se proprio vuoi darmi una mano
a smetterla adesso, baciami.
(Inedito)
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