Glauco Piccione, La questione del quadrante

La vita va avanti così, potrebbe anche essere.
La luna nell’alone fioco. Coloro che hai visto sepolti dalla cenere.
I soprassalti. Gli stridii impreparati dei portatori delle false bandiere.
Le delusioni foderate di piume. La necessità.
Le orme calcate. Le palme con il punteruolo rosso insito.
Le pulsioni. Le suppellettili. Le giornate.
Le chiese sconsacrate. Le finestre aperte. Le bombole a gas.
Le giostre. Le voci. I tagli della macelleria.
E la questione del quadrante, la legge più bella di tutte.
Un giorno tornerai. Quanto oltre mi saprai dire.
Altro cieco dilemma non ricordo.
Non un punto di fuga, una simbiosi dove l’addio ha richiamato applausi.
Un giorno tornerai. Quanto oltre mi saprai dire.
Altro cieco dilemma non ricordo.

(Da Il tempo evolve, posticcia l’umanità, Transeuropa 2020)

Glauco Piccione, Osteoporosi cerebrale

Finisce con la A, ma deve risultare obbligatoriamente
di genere femminile. Appurato.
Non servono poteri magici per questo tipo di pronostici.
l nidi si desertificano.

Altra cenere sui tetti dei palazzi di fronte.
Non bastano più, sono stati costruiti ulteriori piani.
I cicli vitali sono più o meno uguali a quelli di altri animali
sociali; una femmina fondatrice costruisce le prime cellette,
nutre le prime larve che nascono dalle sue uova
con carne di ulteriori insetti.

Liquidi zuccherini. Nuove battute di caccia.
Dondolano entrambi. Perdono le chiavi.
Dopo un’estenuante ricerca saranno ritrovate.
«Compare di sventura, non conviene tracannare alcool…».
«Un arbitro aveva assegnato un goal all’attaccante del Bayern,
Stefan Kießling , il quale, in realtà, di testa aveva messo fuori,

colpendo i cartelloni pubblicitari (poi la palla era entrata
attraverso un buco nella rete)».

Io non so cosa significa vincere, ma il prossimo viaggio partirà da qui.

«Babele, dammi un passaggio con la moto, prendi il casco,
sono inseguito da esseri umani con i volti
pitturati: voglio cambiare posto».

In questo momento sono lucido e in perfette condizioni,
quindi so esattamente cosa dico.

È come se tutte le mie parole non fossero mai esistite.

(Inedito)

Glauco Piccione, Alice, la mitragliatrice e i mitocondri

La distanze colmano nella misura in cui chiarificano.
Obbligati a magnetizzare torsi, calamita per visitatori
idonei alla sessione involutiva,
noncuranti della tramontana, della cella frigorifera, dei fringuelli
con la gola e il petto disegnati; di Alice, della mitragliatrice e i mitocondri.
La gelosia è un lavoro di trasmutazione
accelerato dalla perdita, un narcotico scaraventato
con la crudele leggerezza del rancore dentro al sangue.
7,62 mm: gettare il badile nella casseruola accorcia il moto degli astri.
12,7 mm: tutti seduti con la destra tra le gambe, come usanza.
Ѐ questa la stabilità della grande bugia, a cui siamo entrati
a fare parte con la forza. Un patto taciuto, con la mano morsa
dalla calma dell’ingiuria, verso l’ombra.
Risulta comodo vivere per vivere, darsi all’ipotesi del cannibalismo,
rinnegare la fiducia di Alice, togliere la sicura alla mitragliatrice,
rovinare giù dalla cresta mitocondriale,
usare l’odio come principale forza motrice per gli automatismi.
La vergogna è giustizia nella misura in cui riformula
un margine impulsivo di schiettezza.

 

(Inedito)