Francesco Picca, Respiro

La bocca morde
questa lurida menzogna,
che l’amarsi è troppo,
che l’amare è sfinirsi.
Amo il sibilo sul petto
del tuo respiro frantumato,
la dolce e nuda morte
di un mattino codardo.
Sarà scaltro il nuovo giorno,
ruvido ma veloce,
e cadranno le tele, i palazzi
e ogni nostro dubbio.

 

(Inedito)

Francesco Picca, TOT

Dite pure al ragioniere
che ho chiuso in perdita.
Lui saprà stornare, e accomodare,
e saprà render conto
col suo sciolto far di conto.
Sposterà una virgola, inventerà uno zero.
E’ suo il mestiere, che a me non calza.
E no, a me proprio non risulta quel tot in più.
L’arte della somma, del quid, del fuori mai.
Io accumulo perdite e fornisco spiegazioni,
ad intervalli regolari, come luce tra le sbarre.
Io perdo quel che va perso,
nel giusto e di giustezza.
Perdo, e un po’ mi perdo,
senza calcolo, né linea alcuna.

 

(Inedito)