Michela Gorini, sul lato bianco del muro

si consuma la notte dell’attesa
[di tempo si consuma] e vedo
solo ombre nella luce
sul lato bianco del muro

il tuo silenzio mi tocca mi sceglie
si posa incognita la notte finita
i segni svaniti sul lato bianco del muro

[ovunque]

i miei interrogativi indisciplinatamente diversi e tu
gentile, ad accostare

[gli inquilini sbattono la porta]

compari poi scompari
in questa anomalìa non torni
mai, sui tuoi passi

[la casa dice che non basti]

fasci e riduci a tua dismisura
sospensioni e oscillazioni del cuore

e non sono pratica, se dipenda,
se la causa son parti di me
o sei tu che sempre parti

tu, gentile
tu che scendi in certo
tra due flussi e poi ti spargi
fuori della porta sulla scala
sui tuoi passi irrimediabili e

[chiusa] dentro dimentichi me

(Inedito)

Michela Gorini, Esodo

conforme e diverso, un amore
che non sia quel corpo
e attraverso il corpo la sola
forma (univocità)

amare, quando ti ha amata
amare quando credi
amare quando distrugge

finisce senza finire (e) tende a

(diventa) infinito

esiste in corpo, tra due esseri
di trasverso traversa l’essere
la linea di confine e tende a

(diventa) esodo

(Inedito)

Michela Gorini, quel due che ha creato l’uno

con le mie mani ho disteso il cielo (Isaia 45:12)

mani che si sposano o negano gravitazioni
e producono esistenze e nuove resistenze
[intorno alle mutue attrazioni]
alla fragilità umana

poi c’è un corpo
[resistenza quotidiana]
tutto [intorno] ha un corpo
quel due che gravita e
congiunti a generare l’uno
in ogni anello ove orbitano
ingravidano l’estro
spina dorsale e laterali
e noi parliamo di un due
se un cuore si rigenera
di floride catene

c’è un corpo [poi]
come può sentire un corpo
e ride e piega metallo pesante
si arrende all’estraneo
se lo ha prodotto
e apparterrà al nuovo

si son detti
la loro assenza
il timore delle
mie facoltà
l’istante il ciclo

quando nascevo
al senso sesto

[tutto inciso, nell’umano]
il corpo che ho in faccia
è inciso

scende l’insonnia
termina il rosso
sangue al crepuscolo
decisamente intimo

[quel due che ha creato l’uno]

si assopisce il muscolo generatore
di esseri in complemento
[compimento]
e non possono più ritrarsi
in solitudine

brucia ritrarsi, brucia
rinascere

respiro

[l’uomo respira sempre il suo spartito]

(Da la tua formula invertita femmina, Kolibris Edizioni 2020)

Michela Gorini, X

e sono io a cercarlo lui no

lui non ha bisogno di me
sono io a seguirlo
lui non ha bisogno di me

io non ho bisogno di camminare
ho bisogno di lui sulla mia strada
ho bisogno di stare dietro di lui

veglia nel mio sonno
l’angoscia domanda di osservarmi
ripetere poi mi scuote mi porta con sé poi
mi vede, sono con lui poi mi annienta perché
non gli servo più [forse non sono mai servita]

e ogni volta mi annienta
con la rivoltella nascosta nell’abito
che punta verso di me poi mi esplode
addosso

è il mio sangue
lui spara il mio sangue
nell’aria nessuna parola
nessun saluto
lui spara il mio sangue
e i suoi occhi
esprimono
x

 

(Inedito)

Michela Gorini, no, non è vero che eravamo madri

no, non è vero che eravamo madri
non è vero che sono nata da te
sì, mi hai donato silenzio per vedere
sei stata figlia solo figlia

avevi paura sì,
non hai potuto dimetterti
dai suoni le urla i rumori lo strappo
dalle mutazioni gli uomini il tuo posto

vorrei dirti che amerei saperti sulla terra
ti ho reso schiava – io
tu hai voluto nascere al mio mondo
ti sei appoggiata col tuo gusto

hai paura
mi adori
hai paura
mi adori

 

(Inedito)