Sergio Gallo, Il labirinto di Cnosso

Dove vanno a morire
le onde della memoria?
Quali impronte lasciano
su craniche scogliere?

Potremo un giorno osservare questi segni
così come studiamo gli spettri di luce
di galassie e stelle, e attraverso i solchi
d’un vinile, ascoltare musiche di ricordi,
purissime sabbie, finissimi frammenti
di gusci di ciò che altri hanno vissuto?
Prima che l’erosione per sempre li dissolva,
fragile vegetazione di dune sabbiose?

E camminare tra le rovine di Troia
gli scavi di Ercolano, i resti di Micene
le strade di Pompei, le mura di Cnosso
non più come in un torvo bosco
su un ostico pendio, avvolti
da fredde nebbie, da nuvole basse
– la neve frolla fino alle ginocchia –
disorientati, senza via d’uscita.

(Inedito)

Sergio Gallo, Estremo paganesimo d’Occidente

Figli di petrolio e plastica
e di questa rigogliosa terra dei morti,
da alti monti circondata,
da vertebrali colline – magistralmente
curate o per trascuratezza inselvatichite –
una ferace pianura ora impoverita
– labirinto d’arterie o grigio
pneumatico polmone –
dove le acque superficiali
irrompono senza più freni
e dalle vene dei fiumi inondano
case, strade, campi..

In lampi di distruzione, enfisemi
contorte lamiere, spezzati legni
le divinità appaiono
in tutta la loro forza primordiale:
grida di suini, ovini, bovini
terrorizzati consumano
l’aria già irrespirabile;
leporidi, trote fario, pollame
al fuoco del sacrificio
s’avviano predestinati.
Pirrocoridi, lepisme, grillotalpa
probabili candidati a salvarsi.

Mostri di cemento abusivo
su isole, coste, pendici di vulcani
abbattuti da irose Idre sputa-fuoco!
Il lavoro non nobilita, condanna:
nuovi Sisifo schiavi del macigno!
Proprio non si capisce come
alberi, bestie e uomini
ancora possano coesistere
in una simile quantità di veleni!

Ecate sotterranea, nottambula
presiede ai cicli inferi;
quelli superi se li giocano
Cronos, cupo divoratore,
il Caso, astuto baro e il Kaos
crapulone dal ghigno beffardo.

Tra battesimi solleciti,
ampollose comunioni,
cresime interminabili
grotteschi matrimoni,
funerali ipocriti, esequie disertate
all’invisibile Ananke
– Destino e Necessità –
alle fatali Moire tessitrici,
ognuno affida i pochi nati.

La Bellezza emerge in repentine
rivelazioni, effimere fioriture:
gemme turgide ancora
vulnerabili alle gelate tardive.
I profumi di provocanti
giovani corpi d’adolescenti
– sguardo alla parvenza
diretto ma fragile, da fata –
mettono a dura prova
l’incallito desiderio degli adulti,
l’astinenza imbastardita
e falsamente imbarazzata.

Il piacere inganna quanto la parola.

(Inedito)

Sergio Gallo, L’argironeta

Come il ragno palombaro
con tele argentee tesse
campane subacquee
dove intrappolare
diafane bolle d’aria
necessarie per vivere

così appeso sott’acqua
nell’osmotica tana
attende di catturare avannotti, efemere
e nuovi frammenti
di sogni possibili

(Da Corvi con la museruola, LietoColle 2017)