Non rispondo più al telefono di casa
dalla notte che mostrò la tua regalità
il timore che sia ancora la tua voce
a chiedere “come stai?” perché collassa
ogni risposta, cadono dall’albero le ossa
ammonticchiate ai fili del vecchio apparecchio
singolarità spazio-temporale, santi e rosari
s’adunano per condurti a braccetto nell’origine
l’universo si fa sempre più stretto, denso e gira
gira come il tuo brodo di primordiale assenza.
(Inedito)