Alejandro Murguìa, Il sogno di Lorca

Lorca’s Dream

They tell me that your clavicle
is a star over Andalucia
that your melancholic metacarpals
still clutch a clod of earth
that your hips have not ceased dancing
in La Habana like in New York
and that in your eye sockets
jasmines have bloomed
and every petal a poem
that your jaw bone is the voice of all
the suspicious ones, the degraded ones
those insulted and executed
that the moon cradles your bones Fedérico
fragile as the wings of hummingbirds
That’s what I was told one silvery night
by the little red ants
that sleep in your cranium

 

Il sogno di Lorca

Mi dicono che la tua clavicola
sia un astro sospeso sopra l’Andalusia
che i tuoi splenici metacarpi
stringano ancora una zolla di terra
che i tuoi fianchi non abbiano mai
smesso di danzare
a L’Avana così come a New York
e che nelle orbite dei tuoi occhi
siano fioriti i gelsomini
e ogni petalo sia una poesia
che la tua mascella sia la voce di tutti
i sospettati, i derelitti,
i vilipesi e i fucilati
che la luna culli le tue ossa Federico
fragili come ali di colibrì

Così me lo raccontarono in una notte argentata
le piccole formiche rosse
che dormono nel tuo cranio

 

(Da Offerte di Carta, traduzione di Alessandra Bava, Gilgamesh Edizioni 2015).

 

 

Ivana Maksić, Un mostro allo specchio

ČUDOVIŠTE IZ OGLEDALA

Ja sam čudovište.
To znači da sam ti majka.
Ali ja nisam majka.

Ja sam otac.
Ali ja dece nemam.

To znači da sam ti brat.
Onda sam čovek.
Ali ja sam isprva i uvek žena.

Životinja i duh.

Majka i telo.
Telo je žrtvovano tobom.
To znači da sam otac jer zavisiš od mene.

Našla sam grešku.
Prokrvarilo je.
To znači da više ne boli.

Ja sam besno čudovište.
Nisam majka, ni žrtva, ni brat, ni otac.
To znači da nisam niko ko bi tobom bio izazvan.

Tvoja sam sestra.

Skrcano ogledalo.

*

Un mostro allo specchio

Sono un mostro.
Significa che sono tua madre.
Ma io non sono una madre.

Sono un padre.
Ma non ho figli.

Significa che sono tuo fratello.
Quindi che sono un uomo.
Ma io sono originariamente e sempre una donna.

Un animale e uno spirito.

Una madre e un corpo.
Il corpo è sacrificato per te.
Quindi significa che sono tuo padre perché dipendi da me.

Ho trovato un errore.
Ha sanguinato.
Significa che non fa più male.

Sono un mostro furioso.
Non sono né una madre né un olocausto, non sono né un fratello né un padre.
Significa che non sono nessuno la cui esistenza sia stata causata da te.

Sono tua sorella.

Uno specchio in frantumi.

 

(Da La mia paura di essere schiava, Gilgamesh Edizioni 2015)

Ivana Maksić, Complice

SAUČESNIK

Da li je vaše ime bitno

Oslikava li ono vaše poreklo, neku
može biti skrivenu osobinu, načelo
zbog kog postojite
Kazuje li mi vaše ime o strahu
koji je samo vaš O zlodelima
koje ste počinili O navici
da sve važno zaboravljate
a nevažno ponavljate

Je li makar jezik na kom pišete to ime neotuđiv
Možete li s pravom reći da ste njegov saučesnik

*

Complice

Il tuo nome è importante?

Riflette la tua origine, può contenere
delle peculiarità nascoste, il principio
che è la causa della tua esistenza?
Il tuo nome mi dice qualcosa della paura
che è esclusivamente tua? Dei crimini
che hai commesso? Della tua abitudine
di dimenticare le cose importanti
ripetendo quanto è invece irrilevante?

La lingua in cui scrivi il tuo nome è almeno inalienabile?
Puoi affermare di esserne suo complice?

 

(Da La mia paura di essere schiava, Gilgamesh Edizioni 2015)

Nenad Glisic, Brevi istruzioni per i membri della specie in via di estinzione

KRATKA UPUTSTVA ZA PRIPADNIKE NESTAJUĆIH VRSTA

u slučaju pripadanja
jednoj od nestajućih vrsta a
to lako može da se desi
moraš spustiti nos
da profil bude nizak

između ostalog i
na tome treba insistirati
na licu ne sme da se vidi ništa
a najmanje od svega
treba da se vidi lice
emocije gnusne izdajice

organe
na vreme treba zaveštati:
srce – ljubavi
mozak – razumu
ruke – stvaranju
noge – kretanju
obraze – poštenju
snagu – pravednosti

i na svaku podlogu seme da baciš
pa ako nikne
ostavi mu ovu pesmu

*

Brevi istruzioni per i membri della specie in via di estinzione

Nel caso tu appartenga
ad una specie in via di estinzione
e questo potrebbe essere
devi mantenere un profilo molto basso
in mezzo agli altri, devi mantenere costantemente
nascosta la tua faccia
e alla fine anche la tua faccia
deve nascondere le emozioni
perché sono traditrici

I tuoi organi devono essere donati:
il cuore all’amore
la mente alla scienza
le mani alla creatività
le gambe al movimento
la faccia all’onestà
la forza alla giustizia

Getta i semi su ogni tipo di suolo
e vedrai crescere questa poesia

 

(Da Nella pancia della bestia, Gilgamesh Edizioni 2014; traduzione di Fabio Barcellandi)

Nenad Glisic, Per la mancanza di una nota ufficiale

U NEDOSTATKU SLUŽBENE BELEŠKE

na valjevskom autobuskom depou
pomilovao sam mršavu kuju

ona je svoju vlažnu njušku
zavukla u moj rukav
mašući repom

dva policajca i
jedna debela žena
gledali su prezrivo

ipak
službena beleška nije sastavljena
pa je pesma jedini trag

u nedostatku ozbiljnih
zvaničnih izvora
poezija je jedini oslonac

autobusi su otišli a
kuja je ostala
mršava

*

Per la mancanza di una nota ufficiale

Al deposito degli autobus per Valjevo
stavo accarezzando una cagna magra

Aveva messo il suo naso umido
nelle mie maniche
agitando la coda

Due poliziotti e
una donna grassa
mi guardavano
con disprezzo

Eppure
la nota ufficiale è rimasta non scritta
così la poesia è l’unica traccia

Per la mancanza di più serie
fonti ufficiali
la Poesia rimane solo un supporto attendibile

Gli autobus sono andati
e la cagna è rimasta
magra

 

(Da Nella pancia della bestia, Gilgamesh Edizioni 2014; traduzione di Fabio Barcellandi)

Beppe Costa, Anna Maria Ortese

vorrei piangere di te
ridere di te
vorrei avere gli anni per te
e tanti sorrisi per portarti via
lontano da questo mondo atroce
da questo mondo
ma anche da questa luna
che più non ti sorride
e prendermi i tuoi occhi
mettermeli addosso e
poterti regalare una catena
per farti da guardiano
persino dei tuoi sogni
e poi darti le ali
e farti sorvolare il mare
e fare i versi ai colombi
far vivere più a lungo le farfalle
per provare la tua voce
per gustare il tuo sorriso
l’ingenuità
il tuo imbarazzo
ma sei la prima che mi ha detto grazie
sei la prima che mi ha sorriso senza sguardo
sei l’anima dei miei passi
sei l’anima dietro il velo

 

(Da La Terra (non è!) il Cielo, Gilgamesh Edizioni 2014)

Benny Nonasky, Quando il cadavere è fatto

Quando il cadavere è fatto,
i cinghiali fanno il resto.
Triturano bene pure le ossa.
Diventano bara e segreto.
Le mosche guardano con novizia
questa immunità giudiziaria.
E pensare che il cinghiale è
la cena preferita del cacciatore.
Partono a gruppi e, se tutto va
come Dio comanda, a sera c’è
carne per famiglia e parenti.
Col sugo, zia Lucia compie
un’azione culinaria irraggiungibile.
E per quanto detto,
potremmo allora definirlo cannibalismo.
Per qualcuno anche parentale.

 

(Da La città delle mosche, Gilgamesh Edizioni 2017)

Beppe Costa, Senza sosta

questa forza che mi tiene ancora stretto
e questo folle andare d’avventura infinita
a questo confine che ci tiene legati
guardo cosa scorre attorno e ogni notizia falsa
che condividiamo senza potere imbracciare
ancora questi fogli e figli per combattere
con l’estrema risorsa acquisita dal vivere
passa il tempo e non esistono speranze
di quell’antico insegnamento umano
che per anni infantili ci ha circondati
sapendo che nessuna cosa poteva essere vera
ogni dio ha la sua tavola e la sua favola
e per questo muoiono ogni giorno
seppur credenti in migliaia
si affila l’arma e si concede il suicidio
a chi perduto ci provoca pena e solitudini
mai parola si spende per chi condannato a vivere
rimane con quei secondi che passano eterni
sulla pelle e sul cuore senza sosta

 

(Da La Terra (non è!) il Cielo, Gilgamesh Edizioni 2014)