Sono nata dall’incesto di una Madre
da un sangue rappreso in due palmi di mani
cosparso sul ventre in un mattino
in novembre, sul tramonto dell’autunno.
Raggelato sotto ai tocchi, gli irti rami,
penetrava lei in miti sciami, ed io
non sapevo nulla di un suono, di un mantice trachea:
godevo di un vagito doloroso quando
mi piantò le sue radici in corpo.
Divenni Figlio, Amore e infine Donna
la sua cute prominente, un odoroso incenso,
il giorno in cui recise labbra nell’iniziazione
mi ha rubato il bacio con occhi in lacrime.
Sul sesso piovve del mascara, un inchiostro
di lettere e diari, come se l’autunno
fosse primavera senza polline, mentre io
del miele mi cosparsi il volto.
La notte pregavo le falene di mangiarmi
portandomi da Dio senza condanna.
Dinanzi a lui, non volevo fossi io.
(Da Variazione Madre, Controluna Edizioni 2019)