Francesco Buco, Eros & Thanatos

Il sesso l’ho scoperto in VHS
nel lato oscuro di una vecchia videoteca:
in bilico – fra titoli e scaffali –
laggiù, dove un velo di Maya
separava la famiglia Cuore
da un mondo fatto solo per adulti
pieno di outsiders.
In quel via vai di passi a luci rosse
tra pulviscoli di ciniglia,
sbirciavo minorenne per sfatare
l’iniziazione hard, la venatura sexy
dei pensieri. Mio padre, più concreto,
valicava lo Stargate
riaffiorando disinvolto e inalterato
con in mano il talloncino del noleggio.
Mentre fuori l’orizzonte brulicava
d’imminenti cataclismi:
pay-tv, dvd e famelici streaming…
ignaro e sopraffatto,
sotto il poster di Troisi,
fu all’ora X di un Venerdì 13
la prima volta che uccisi mio padre.

(Inedito)

Francesco Buco, Le carezze

Perdonami se ti ho vissuto con pigrizia
se ti ho sciolta nell’acido della routine,
perdona se ho viaggiato con la mente
per tradirti, vigliacco, restandoti fedele.
Perdona i miei ingranaggi, i meccanismi,
le volte in cui si allentano le viti in casa
e fra cigolii minacciosi stappiamo
bottiglie molotov per cena
– penso a un urlo sotterraneo,
qualcosa che striscia
nel tunnel delle vene. E ti domando
se così non siano state più feroci
persino le carezze, o se spesso
nel perdono abbia nascosto il ringhio
di un’indole con la museruola.

(Inedito)