Antonio Martone, Luna

Penzola stanca
Penzola stanca la luna
Dal mio soffitto s’appende
Piccola palla di vetro
E rimbalza
Nei miei occhi rimbalza
Febbricitanti e infiammati nel bianco
Sobbalza senza acquietarsi
Sul mio volto assente
Sobbalza

Il mio sguardo la tiene
Come si tiene un’amante
La coperta mi copre la testa
Mentre la luna mi è accanto
Ormai fuori dal cielo
Luminoso e piccolo gioco
Nelle mani del sogno
il mio sguardo la tiene

Devi dirmi
Si devi dirmi
Di questo mondo a cui sono straniero
Quanto è antico
Questo mondo che mi vede straniero
E tu
Da quanto tempo hai brillato
Su queste campagne
Perché la luce del sole sul corpo ti prendi
Per porla poi tenera
Sopra al mio viso
Di notte
Chi gioca a palla nel cielo
Devi dirmi

La posso toccare
La luna
Sotto le mie coperte protetta
Tonda come un disco d’argento
Della mia cristalliera
Tonda

Non m’attendo risposta
E il mio suono si perde nel nulla
Mi sento più vicino alle stelle
Quest’oggi
Più lontano dal mondo
Mi sento

(Inedito)