Anna Elisa De Gregorio, VI (La consegna della luce)

Clonati ancora, e ancora bianchi,
cimitero chiesa torre si alzano dal prato
in un mondo di vetro rotondo e parallelo
dove senza stagione scende la neve,
basta con la mano girare la boccia.
Pende nella posa orientale il turista
quel poco che serve a scattare in asse la foto.
E noi abbagliati, obbligati a guardare
sottosopra la piazza che poi torna diritta.
Scacciata dal bianco di neve, fugge la luce.
Perlata rifugia sull’Arno che resta solenne,
rispettosa dei ponti che restano vecchi,
delle case che restano dentro lo specchio.
Scomparso l’impenetrabile bianco,
qui la luce è così, come quella di Delft.
Non so come nasca la luce perlata:
dall’acqua, dalla nebbia sull’acqua,
dai tetti, da quello che si chiama l’insieme?
Il segreto è nel bilancino del mastro vetraio,
che soffia bolle di luce estasiata.

 

(Da Un punto di biacca, Edizioni La Vita Felice 2016)