Cieli bianchi di nuvole basse
sempre le stesse del sessantasette
atti di nascita non compilati
l’infinità dello zero l’ovunque
La buia ottusità del giorno pieno
lattiginosa cortina uniforme
mangia la cima di tutte le cose
come il mare d’inverno ingoia la costa
e nei sorrisi nebbiosi ritrovo
il gelo delle stelle di dicembre
cerco un racconto le cose che ho visto
ma niente mi rimane e niente sento
Lune assassine attraversano gli anni
ore calanti in nulla è ormai questa
la vera paura i vuoti alle spalle
non la morena dei duri detriti
qualcosa che dietro lascia la scena
(e visto di sfuggita nello specchio)
le altre parole accanto cancellate
da loro non riavrò le sensazioni
(Da Deep Sky, Edizioni D’If 2007)