La cornice orfana dell’immagine è giustificata dal muro.
Le parole non sono immuni alla terza dimensione. Anzi,
necessitano di profondità per scalare verticali.
«Saliamo, dal tetto le stelle sono più vicine»
(ride l’uomo con lo sguardo)
«La tua mano dice che faticherò a convincerti»
(replica lei)
La dama è in luce vestita di soli veli.
La caviglia nervosa trema d’impazienza alle note che entrano.
Lo scatto di un chiavistello dà inizio della danza.
«Dopotutto siamo solo un giro di valzer»
(dice serio l’uomo)
L’odore di bruciato strazia la camera adiacente.
«Abbiamo tempo.
Per salvarci».
Dice lei continuando a danzare.
(Da Anamòrfosi, Edizioni Progetto Cultura 2017)