Daniela Andreis, Mentre si Taglia

l’iperinciso
corpo-rèo
sangue che ‘stingue
fermobile immo
al buio volo mio
cerchio urlo che annego
innato d’io dimeno
nel punto solco assalto
all’infero ventre
pregno di carta e maceria di
calca placenta che inchiostra
china montammanta
la nuda botte immonda
il secchio il torchio
petto di terra fino all’orlo
del verso-scuro sacco
che è covo e lupo stretto
bulbo polpo e strappo
e giugulo scheletro
cuore
un pesce nero di squama
che spasmoceano cela
la foga spina
la furia vena ipogea
che acquami bocca
scava m’infossa
la buca viscera folla che-
ṡonda essuda saliva
nella vigna sete di Cana
che mira al collo imprega
com’era il Verbo
in principio
e da tutta la carne usciva
poesia

 

(Da autop(oe)sia – introispezioni, NODe 2015)