— È interessante notare
lo stato d’animo asociale
e strafottente del poeta
accusato d’immoralità.
“È così sleale, perverso ecc.” scrivono alcuni recensori;
“nessuna apologia per questa volpe dai baffi falsi e superflui!”.
— Ah, tempi duri
per la poesia e i suoi rappresentanti:
usciti dalle tane, a milioni, così tanti
da sembrare un esercito disarmato,
vezzoso, vanitoso, certo poco amato.
Di zanne e artigli acuminanti
sono provvisti questi critici, questi lettori:
troppo seri per un hamburger
troppo bigotti per un pizzicotto.
— E allora Gian, che cosa hai fatto, se posso?
— Ho pensato questo: diamogli un osso.
(Inedito)