ma non punge altrimenti la differenza
in questo silenzio che si scava
oltre il visibile compatto delle mura
battute dalla pioggia, che alternando
un distratto ascolto a una sospensione
del sentire, fino all’addentrarsi
di un velo oltre il quale s’intravedono
nella trasparenza disfarsi gli appartamenti di faccia
e nello svuotante vuoto
che separa il visibile dall’invisibile
mantenersi in bilico sull’orlo
nel colmante colmo dell’essere
(Da Il fruscio dell’Essere, Cooperativa Sociale Nuova Frontiera, Il Vulcano e la Rosa 2007)