Daniele Barni, Rinascita

Quel giorno, forse nello studio
murato di libri,
ho sincronizzato il cuore
con la sveglia:
non so se lei palpitasse
o lui ticchettasse.
Facevo acrobazie sulla sedia,
ora avanti nel futuro,
ora all’indietro nel passato,
come funambolo del tempo.
Il tempo,
che, andandosene,
rimaneva.

(Inedito)

Antonio Francesco Perozzi, Lagunare

Ci bagniamo nella laguna per
non riconoscere più la specie
diversa della pelle/del liquame/
degli stomaci/delle squame che
si fanno sulle onde se il vento

Quando scegli l’immersione/la
morte per acqua/lo sfaldamento
dei fuochi fatui dell’illusione, la
laringe idrica rintraccia
chiazze d’ossigeno sul fondo

La pozza colata dalle esse
delle colline stagna, ora che
Giove guida l’eclittica; poi
la consunzione diurna/il caos/
asciugandoci noi ricomporci e

piangere il vizio/lagunare

(Inedito)

Massimo Parolini, Comunque, Stelio, ora dico la mia: non piove…

[…]


DUSE:
Comunque, Stelio, ora dico la mia: non piove …


(D’Annunzio inizia a digitare sullo smartphone)

Tutto si è fatto complicato …
I freschi pensieri
rimasti fuori dal frigo han preso la muffa
e non piove –che truffa- sulla favola bella
che ieri c’illuse, o Stelio.
Non piove sul pianto della scavatrice
che strappa le tamerici salmastre ed arse
sulle ceneri di Gramsci e su quelle di tutte
le vite sconosciute comunque degne
d’esser vissute;
non piove sulla gioventù anima bella
che per i saggi benpensanti
-con un lavoro e consulenze
dovrebbe far politica e partecipazione
senza l’obolo –che impurità…- di un gettone;
non piove sui cattivi maestri e sui politici mestieranti
che nessuno può spostare
perché fin lì sono arrivati
ed han diritto di restare…
se poi son in Parlamento
a parte i vizi, hanno pure i vitalizi…
non piove sulla bella giovinezza
che si fugge tuttavia
sul doman senza certezza
mentre l’oggi è già
di sua signoria…
non piove sull’ecologia che sembra piangere
di dispiacere per l’umana miopia…
non piove sugli occhi suoi ridenti e fuggitivi
sul limitar di gioventù salivi
-tormentone sui banchi
per milioni di studenti
da oggi a De Sanctis-;
non piove sulle sudate carte
sui veroni del paterno ostello
sul vago avvenir che in mente aveva
la tenerella che vinta da chiuso morbo
continua a perire nei banchi di scuola
all’apparir del vero…
non piove sulla sorella di Cesena 1
sposa da oltre centocinque anni
che parla, parla e guarda le cose intorno…
non piove sull’immenso illuminato
su cui han speso fiumi di inchiostro
-al tempo che pioveva, e il livello
dei corsi d’acqua
non era al lumicino
non piove sul m’illumino di meno
nuovo santo in calendario
pur con l’alto Patrocinio
dei gemelli sopra il colle…
non piove sul fruscìo che fan le foglie
nella man di chi le coglie
e se a cadere sono soldati
il morus alba è mors e basta;
non piove sulla morte che non si
sconta più vivendo
ma che si vive scontando
perché comunque i saldi
ci son tutto l’anno
e perché al giorno d’oggi anche i rifiuti
hanno il loro giorno di gloria
nel grande reality della storia…

[…]

(Da (NON) PIOVE – Passeggiata (di una giornata) semiseria (virtuale) di D’Annunzio e della Duse dal Vittoriale e gli asolani ai giorni nostri –mestamente- quotidiani, LietoColle 2018)

Antonio Spagnuolo, Il segno

Segno ancora sul calendario con matita a colori
una data precisa per non dimenticare
la stagione che ripete inganno,
e ripiego smarrito in cerca di quel volto
che l’attimo dissolve.
Non cancella l’eccezionale insistenza
la tempesta dei gesti che incidemmo,
il riflesso di una piacevole ombra
che scivola con insistenza.
La speranza che leggevo nell’occhio smarrito
è clessidra interminabile lungo smagliature,
urla sillabe insensate e mi costringe
alle tempie, ossessione indiscreta.

(Da Canzoniere dell’assenza, Kairos Edizioni 2018)

Emilio Villa, Miei Tarocchi

un mondo steso e immoto
e (in)conoscibile
dietro il paravento
delle liturgie lessicali
glottoliche
popolari
o colte

inter auriculam
et ventriculum

un commovente responsorio alla
questione, come esaltazione del problema elegiaco, il
problema della extensio
della extensio plurima faciebus

(Da Rovesciare lo sguardo – i tarocchi di Emilio Villa, a cura di Bianca Battilocchi, ArgoLibri 2020)

Elisabetta Destasio, Mi consegno allo spazio siderale

mi consegno allo spazio siderale
ti consacro costellazione
così potrò pensarti
a guardarmi

lucente come sei, senza che tu mi possa toccare –
mi faccio vento kaskasi da nord, nord est a spostare il dolore dell’argine in piena,
letto arso di sudore
e ricordo e casa
ti faccio parola pallottola – quella che mi ha presa al centro del petto,
mi si è infilata tra le cosce

e che continua a vagarmi dentro – sublimazione e eclissi
storia di un vuoto
il mio, certo
io che vivo in questa città e ti faccio sua scapola e rene – mia clavicola, mio labbro
di pace e assenza:
tua, senza tempo, io.

(Inedito)

Nazim Comunale, Rammendare

Qui dentro grandina oramai
e non arriveranno il tempo per
il giorno in cui.

Il presente è una goccia
e non ha imparato a cadere.
Il passato è pane raffermo, tavola nuda.

Il futuro: il centro esatto del lago.
La gioia che allargava il respiro non tornerà.

Restano
il fondo di cattiveria di un bicchiere scheggiato
i primi nodi dell’ultimo respiro
la modernità, il fango, un cuscino bagnato.

Poi le sillabe della vita disattesa
i nomi che è meglio non scrivere
le cose che è meglio non pensare.

(Da Chiamala febbre, Edizioni San Lorenzo 2020)

Nunzio Di Sarno, Poesia

Il tempo trascorso nel dolore
A portare in giro la carcassa
È valso a sentire i limiti
E a intonare i lamenti
Per farne un canto

Vestire i panni del docente
Per sopportarne l’indecenza
Bruciando l’idiozia di stato
Negli abbracci dei Down

Correre nel tremore
Dei muscoli consumati
Trovare un cesso sicuro
Per svuotarmi le viscere

La pelle attaccata alle ossa
Fa risuonare il mondo intorno
E piano ne sfuma il contorno

Il vuoto a fatica trovato
Si riempie d’inutili macerie
Pur sempre carne

Residui di vite indistinti
Vorticanti nell’inappagabile
Cercano affannandosi
Briciole di pace e felicità

La colite dei secondini
Il reflusso degli scrutatori
È la colla rancida che
Tutto mantiene

Faccio la spola blue
Tra casa e scuola
In giro tra marmi animati
E musica d’appendice

Il vino al ritorno
È il compagno
Che accorcia
L’attesa per la cura

Ma la cura è la Vita
Che taumaturgica tace
Come vuoto che riempie

(Da Mu, Oèdipus edizioni 2020)

Blanca Varela, Parque

Cruza la araña
de sueño a sueño,
invisible puente
del día a la rama.
Torpeza de la mosca,
cristal sin alma.
El abejorro bebe,
la flor sangra.
El jardín es la muerte
tras la ventana

*

Parco

Attraversa il ragno
da sogno a sogno,
invisibile ponte
dal giorno al ramo.
Lentezza della mosca,
cristallo senz’anima.
Il calabrone beve,
il fiore sanguina.
Il giardino è la morte
dietro la finestra

(Da Pienezza dell’occhio (Plenitud del ojo) – Poesie scelte (1949-2001), traduzione di Emilio Coco, presentazione e selezione di Miguel Ángel Zapata, La Vita Felice Edizioni 2020)

Fabio Orecchini, Termodispersione

fibrilla – ma non una scheggia di luce –
la vita nei giorni dimenticati e anche
il mattino di siepi pare grinzare – fraintende
le foglie nel loro restringersi- come in attesa
del tempo
non v’è traccia

filamenta, nell’erba
un sospiro di gigli potenziali
le tue mani le forbici tagliare
incidere radici sradicare fusti sradicare
– la coscienza dell’autunno
il primo giorno di primavera –
equinozio
questo nostro silenzio

lamina
rugiada allungata il tuo sguardo
l’artiglia la solca la terra
il mio io – l’umido terrestre –

goccia dopo goccia il primo sole
le lacrime il sudore quel silenzio

le mosche cercano gli occhi sempre gli occhi,
l’iride.

(Da Dismissione, prima ed. Polimata 2010,Luca Sossella libro+cd PANE, Polimata2014)