non c’era sapone – niente acqua –
per lavare via
l’ombra sudicia sulla pelle
la pelle impaurita di carezza
che ha il volto mostruoso di satana
ma la bambola le ha dimenticate
quelle mani sporche
che l’hanno portata nel silenzio
interno delle costole
il suo biancore immenso rende luce
tra quel nero
e l’avvolge nel suo stesso bene
quel bene ha per combattere
quella pura essenza di bambina
con gli occhi aperti e il pudore
il pudore tanto di sentirsi profanare
niente reggerà il peso del mondo
atomi più grandi delle molecole –
ognuno trova poi il suo riparo
quel luogo sicuro e sacro dove
non sentire
(Inedito)