Gianni Marcantoni, Sulla incavatura farcita e salata

Sulla incavatura farcita e salata
è stato trasfigurato ogni reale silenzio.
Nessuna parola si annoda attorno
allo spago tagliente da cucina.
Un torpore dall’aroma corposo e incredulo
si rassoda, e poi si arresta.
Da una remota chiazza mimica
la mente sembra isolarsi dall’oscurità,
l’ombra di una svigorita speranza
si accorge e si riveste
dei suoi stracci opalescenti.
I cespugli in una sagoma appena annerita
flettono sfiorando l’aria giornaliera che si
ritorce nell’umidità dei frastuoni.
Corsi d’acqua incolti permeano
attraverso i pori sulla terra bagnata;
là tra le guglie sembrano rivoli di braccia
che si chiudono e si aprono
a un sommesso lamento.
La caducità dell’ora si appresta
ad inondare qualsiasi traccia
di qualsiasi essere addormentato,
nell’arteria dove il sospiro si disfa
di ogni scheggia difforme all’alba-diadema.
Alla presenza sospesa del tuo
essere invivibile
– dove tutto incautamente gronda
un corpo drena da una crosta d’albero,
che il tempo sembra non aver scalfito affatto
dentro al proprio immortale ingranaggio.

 

(Da Orario di visita, Schena Editore 2016)

Gianni Marcantoni, Minuti di attesa

Mi indebolisce il ritratto
del cranio seppellito sulla tua memoria.
Le luci stanotte sono ombre,
scendono fluide come capsule,
mentre un silenzio interlinea
le parole gradualmente mantecate
tra i minuti di attesa.
Tempo e aria si schiudono
miseramente sopra una lastra
gelida al tatto; i piedi sopra
vi camminano, camminano
e cedono lentamente al passo avido
che scorre e divide scavando
la pelle rossastra delle pose
decomposte – disumanizzate fino all’orlo.
E sento tutto il torpore di una
sola notte – come questa – espandere
gli occhi a sfera,
la coppa lussuosa della notte
ha versato la sua fanga nera
e grezza alla bocca.
Dove riposerai ci sarà forse
– un giorno – ancora un po’ di pace,
davanti alla tua solitudine, dove
il tavolo vuoto giace sotto la luce
centrale di una catena appesa
al soffitto, che ne fa da lampadario.

 

(Da Orario di Visita, Schena Editore 2016)