Fabbrica di tumulti tra spazi chiusi, banalità in bottiglia.
Chi offre di più non teme la fabbrica degli incesti.
Oltre la finestra bianca, oltre le spalle
in questo peso immenso
tralascio la domanda e dono il futuro.
Sprezzante negazione della speranza
concepisco in vitro senza negarlo.
Sono figli d’immenso, piani obliqui della necessità,
e mentre mi spari trionfa la neve.
Non sopporto più il nulla…
Che si tinga di giallo questo sangue
sto scopando la strada nuda,
mimando gli alberi della perdita.
Eccomi sono pronta a morire,
solo perché non riesco a non ridere?
È sempre quello che mi accascia
sono televisiva come una bagascia.
Portatemi sull’altare vestita di cielo
tra Duchamp e Man Ray
così viva da esistere per sempre
divorando il sesso dei sogni.
Tutto vedo a forma di luna
e ho perso i piedi per camminare sul fiume.
Portami via fratello crudele
Voglio i campi di Van Gogh, i suoi cieli di stelle.
Un piccolo angolo nell’Invisibile
Tra_dita di senso e masturbazioni
Abbraccerò le cose mai dette
e morirò per loro, come fosse un Amore.
(inedito)