Si chiude in un palmo sbranato
l’affanno struggente, stagione meridiana
di vendetta, nel mestolo rigonfio di pane
di pietra e acqua. Baci indifferenti
trascinano unghie dall’oriente vicino
nel viaggio, nel congedo che cancella
e verifica mille miglia perseguitate
dai vincoli paterni, il viaggio
del silenzio interminabile di quadrivi
senza affetto dove si spengono fughe
sventurate.
I muggiti e i pianti dei bambini si mescolano
ai labirinti esuli e pallidi e la maledizione
fa il resto nel sangue verde di lucertola
ferita sul marciapiede.
(Da Quel grido raggrumato, La Vita Felice 2014)