Claudia Olivero, La parola creatrice

Fitta
come bosco d’acqua,
mi muovo densa
e lenta nello spazio
ingigantito del campo visivo.
L’altro.
Vetro sottile
il mio corpo è liscio, enorme
ottusamente sbatte
contro il limite tattile.
Salgo fluida
fino al punto ostile
in cui il mio elemento
lascia posto all’aria
e si fa scivolare giù.
Tra labbra e denti
nel tubo rigido della trachea,
sospinta da carne molle.
Fa caldo, ora
e sento il desiderio di essere
parola creatrice
di essere bevuta
ancora.

(Inedito)

Claudia Olivero, Cavoretto, interno cimitero

Sentirsi addosso il passo
greve dell’edera
e non provare più la pietà
nel sapere i vostri morti bambini.

Poi solcare il silenzio, il frusciare
nero del corvo – versare un ultimo sguardo
al freddo, rifugiarsi ai bordi
di altre storie, pensare la poesia –
l’eternità. Decidere
di non restituirsi al mondo.

(Inedito)