Alessia D’Errigo, E tu ringrazia me

E tu ringrazia me, ringrazia l’altro che tutti si ringraziano
nella gogna dei loro giochi, la fatica è la forma del male più noto
un’incisione sulla schiena a suonare preghiere e organi,
a mangiarci l’ossa, inginocchiati sui ceci della speranza.
E tu ringrazia me, ringrazia l’altro che tutti si ringraziano
a passarsi i fili tra i polsi nel teatro dei ciechi come scudieri
delle paure duellanti con lance di frassino. Chi cadrà?
E’ l’editto dei morti che monta a cavallo col suo esercito sbieco
a scrosciare sul mondo liquidi santi: la castità per una croce!
La castità per una croce! (è tutto un urlo di guerra).
E che parlo se tu non ascolti oltre le prostrazioni del corpo,
se parlo senz’ugola di pietate per questo crocicchio nudo e informe:
ancora è l’inferno senza pensiero, ancora è l’inferno senza l’azione del
pensiero.

 

(Da Pasto Vergine, autoproduzione 2015)