Gabriella Montanari, Arthur

(sposo infernale, esploratore e mercante di pelli)

amo le notti in bianco
sgridate dal vento
e dal vociare ebbro davanti al pub dei sodomiti,
notti pruriginose più dell’herpes
notti impazienti di vagiti d’alba
parigi, londra
malate di nebbia, chiaviche a cielo aperto
metropoli assopite come metastasi in agguato,
sorde al fracasso dei camion del rusco
che caricano resti umani ed elettrodomestici guasti.
l’insonnia partorisce idee malsane
si nutre di avanzi scovati in frigo
letture sporche
e splendidi, solitari orgasmi
in punta di piedi
– perché nervi e parquet non scricchiolino –
attraverso il buio amico
odoroso di take-away pakistano
e denso, denso da perderci la ragione dentro
cerco la luce snaturata, le torce bluastre di rimbaud
la seduzione barbara del viso mai invecchiato,
lo seguo negli esili d’angelo
e sfoglio le pagine della sua malora
sabbiosa di deserti
salata di mari
marcia d’ossa e di membra

 

(Da Abbecedario di una ex buona a nulla, Rupe Mutevole Edizioni 2015)