Ora ho nostalgia della catastrofe
di noi che ci trovammo chiusi a ridere
al terzo piano, dentro l’ascensore
immobile per giorni, santa madre.
Di quando festeggiammo nel cantiere,
la metropolitana in costruzione,
l’arrivo delle polveri sottili
o della nube tossica: paura
per chi nella città contaminata
ci vive già da secoli il presente.
Il tempo indicativo è l’infinito.
(Inedito)