Biagio Cepollaro, Da strato a strato

pare che due siano i versanti
i lati combacianti di ogni bocca:
l’opera stesa tra la festa
della sua vita solitaria
e l’attesa del suo svolgersi
nel mondo
e pare che il mondo invece
non poggi su se stesso
ma tiri per schegge
e per strattoni dove poco
conti il lavoro il saper
fare ma una generalizzata
logica dell’audience:
qui in rete tutti si mettono
a parlare e più nessuno
o quasi ascolta

(Da Da strato a strato, La Camera Verde 2009)

René Char, Le climat de chasse ou l’accomplissement de la poésie

Il mio puro singhiozzo seguito dal suo veleno: il cervello del mio amore corteggiato da cocci di bottiglia.

Ah! che nella casa dell’eclissi, colei che domina, ritirandosi, faccia l’oscurità. Si finirà certo per tenere la direzione presa da alcune tempeste fra le rapide del crepuscolo.

Nell’amore, c’è ancora l’immobilità, questo sesso enorme.

A tarda notte siamo andati a raccogliere i frutti indispensabili ai miei pensieri di morte: i fichi viola.

Le arcaiche carcasse dei cavalli a forma di vasca da bagno passano e sfumano. Solo la classe del concime parla e rassicura.

Quando starò via a lungo in un mondo senza volto, tutti gli agî del vapore al capezzale del grande arancio.

Nella mia tisi terminale, appare una ragazza dalla foggia d’amanita, sgozza un gallo, poi cade in un sonno letargico, mentre ad alcuni metri dal suo letto scorre un intero fiume coi suoi pericoli. Ambasciata in esilio.

Difesa dell’amore violenza
Asfissia istante del diamante
Paralisi dolcezza errante.

 

(Da L’action de la justice est éteinte,  Éditions Surréalistes 1931; traduzione di Carmine Mangone)

Gilda Policastro, Antifrasi

Antifrasi

“La smetti di condurre un’esistenza in controluce, in [trasparenza
un’esistenza mutila di suoni, sottratta alla disponibilità
auricolare, povera (è heideggeriano) di mondo” – e per il [momento abbiamo
uno spunto. A seguire: ubbie, pretesti
la-serie-delle-cose-che-non-hai-fatto-o-che-non-faresti-mai
“dubito sia spendibile
in sede letteraria:
e comunque, dopo quel commento,
scordati la carriera universitaria!”

il futuro, quando non ci riguarda, crea allarmi di routine

(Da Esercizi di vita pratica, Edizioni Prufrock spa 2017)

Ken Smith, La polizia segreta

The Secret Police

(for Zelei Bori)

They are listening in the wires,
in the walls, under the eaves
in the wings of the house martins,
in the ears of old women,
in the mouths of children.
They are listening to this now.
So let’s hear it for the secret police,
a much misunderstood minority.
After all, they have their rights,
Their own particular ways of seeing things,
saying things, cooking things,
they too have a culture uniquely their own.
And we think
they should have their own state
where they could speak their own
incomprehensible tongues, write
their confessions, their unknown histories,
cultivate their habits of watching
by watching each other, and fly
their own flags there, at attention
on parade in their medals at their monuments
on their secret anniversaries, making speeches,
singing praises to the God of Paranoia.
And at the end of the day
bury their dead, publish their coded obituaries
of each other, and rest at last
in their own kind of peace, forever.

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La polizia segreta

(per Zelei Bori)
Stanno ascoltando di nascosto attraverso i cavi,
nei muri, sotto le grondaie,
nelle ali dei balestrucci,
nelle orecchie delle vecchie signore,
nelle bocche dei bambini.
Stanno ascoltando questo, anche adesso.
Allora, facciamo un bell’applauso per la polizia segreta,
una minoranza molto incompresa.
Dopo tutto hanno i loro diritti,
un modo tutto loro di vedere le cose,
dire le cose, rivoltare le cose,
hanno anche una loro cultura peculiare.
E noi pensiamo
che dovrebbero avere un loro stato
dove potrebbero parlare le proprie
lingue incomprensibili, scrivere
le loro confessioni, le loro storie sconosciute,
coltivare la loro abitudine a spiare
spiandosi a vicenda, e sventolare
le loro bandiere lì, sull’attenti
in parata, con le loro medaglie davanti ai loro monumenti
nei loro anniversari segreti, fare discorsi,
tessere le lodi al Dio della Paranoia.
E alla fine del giorno
seppellire i loro morti, pubblicarsi a vicenda i necrologi in codice,
e riposare infine nella loro specie di pace, per sempre.
(Traduzione: Raffaella Marzano)
(Da New and Selected Poems, Bloodaxe Books 2001)

Lidia Riviello, Primo Video

nel primo video sembravamo essere passati
dal primo canale alla vastità di praterie.
ma le nature sintetiche che ci stavano nutrendo
invasero la terra.
uno squalo di carta contro uno squalo di creta
e la periferia si illumino’
di america.
senza intervallo, la trasmissione
delle onde magnifiche e solide
devasto’ il campo di grano,
la mamma stava appena dando un nome
al vuoto materno.s
al nord passavano bombe intanto
decisamente lineare il paesaggio
senza appellativi new romantic.
si chiama paesaggio precostituito
trovi di che alimentarti ma non altro.

(Da Ritorno al video, Signum Edizioni 2009)

Valentina Maini, Io – scrivi

Io – scrivi
credi ancora che resista
una sola casa per ognuno
l’anagrafe dei tratti ereditari
la somma dei difetti che giustifica
ogni colpa attesa. Come,
non vedi che le mura somigliano a rovine,
che il cane trova nutrimento più tra i crolli,
che nelle cucine?
Piuttosto scrivi nel libretto.
Lei è esplosa, di Lei non c’è più
la forma spigolata, recedono
i caratteri – nessuna traccia.
Se ancora vi interessa darle un nome
guardate forse tra le cose che ha lasciato
scivolare sulla giacca, nella pozza calpestata,
nell’incastro non riuscito.
Non vedete, nell’errore
quanta luce passa?

(Da Casa Rotta, Edizioni Arcipelago Itaca 2016)

 

Gualberto Alvino, la tua rovina delega inazione lasciar fare

la tua rovina delega inazione lasciar fare
io non sono come te voglio dare le carte
e se dovrò scottarmi sarà col fuoco
che io stessa avrò acceso
ne hai appiccati d’incendî
perdeva l’equilibrio ansimava così
sono salita sulla specchiera ho puntato i piedi
contro il pilastro premendogli
il petto sul viso spingendo
strusciandogli la lingua sul collo negli orecchi
non c’è altro modo per farlo finire
quando finisce mi piace non solo
perché sembra un agnello ferito
perde le durlindane e posso finalmente
guardarlo dall’alto in basso ma perché
capisco d’essergli stata utile anche
se i capezzoli fanno sangue un sangue
denso nero e non posso orinare
per qualche ora tanto mi brucia sono cose
che passano ho tolto la mano per vendicarmi
della maga che continuava a sbirciare
lui ha intuito e ha gridato forte
ci siamo sempre capiti al volo senza
bisogno di parole gli voglio bene
per questo lei ha sbattuto tre volte
la porta per farsi sentire ho sorriso
e anche lui è tornato serio m’ha tirato
su il pigiama ha cominciato
a cullarmi frusciando una specie
di nenia nella sua lingua bella

 

(Da L’apparato animale, Robin Editore 2015)

Giovanna Frene, III (Si sovrappongono come separazione naturale e mutabile)

si sovrappongono come separazione naturale e mutabile,
approfittano della scissione scindendo, ma tutto è già avvenuto:
frattura misura solo frattura, circoscritta all’intero pavimento
chiamando potere la rovina del tempo. piove.
o non piove, se la pianta della città è la carta
del mondo, se la radice è nemica alla radice, che è.

 

(Da Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affondaCon sei immagini di Orlando MyxxEdizioni Arcipelago Itaca 2015)

Laura Liberale, Ricostituiscimi

Ricostituiscimi
ripete chi fu fatto a pezzi
al fuoco volto a mezzogiorno
che diede al sangue un battito marziale.
A me restituiscimi.
E il sangue si abbandona al proprio sperpero
si dissipa, impotente.

Certe donne credono che solidificandosi
il sangue possa generare un figlio.

Quando smembrarono Puruṣa, in quante parti lo divisero?
Ṛgveda, X, 90, 11

 

(Da La disponibilità della nostra carne, Oedipus Edizioni 2017)

Vincenzo Belmonte, Vàrgu

VÀRGU

Flàke
ngallìmë
mlùtas
në damàrët.

IL VERSO

Seme
di fiamma
occulto
nelle vene.