Lasciammo, amici miei, lune annebbiate,
quadri di film già visti, arance fuori stagione
per giungere in questo luogo dai tre cardini
di vento che già s’annuncia con fila d’alberi
maestro ancora vivi e attorno gli ulivi
a macchiare un suolo consacrato
alla fatica e al pianto per chi è assente,
che risuona d’inni e preghiere
fra gli scuri scialli e sotto cappelli neri
segni della croce sporchi di terra,
addii da treni in sola andata…
e non sappiamo se ci confondano
di più queste impressioni o la tiepida
brezza disciolta al suono
vibrato dalla piazza fino al molo
che sfiora vesti e spalle abbronzate
a ragazze dagli occhi normanni.
(Da Inni metropolitani, Edizioni Tabula Fati 2016)