l’odore del lenzuolo è il tuo restare
conserva il luccichio dei giorni semplici
corpi di amanti che si toccano come bambini
e poi s’alzano a mangiare
ritornando al buio
la tenda chiara
gonfia la stanza di luci
ti distrai
è una fortezza il tuo palmo
disfa arretra penetra e lenisce
ci ritiriamo
solo all’alba con una certa calma
nella voce
con un volto d’inverno
liscio asciugato e mai più innocente
ingoio l’aria con le labbra
non ho bisogno di sonniferi
fuori ad ogni stagione sparano al cielo
e tu lo sai che la morte non aspetta
che il caldo vapore della pioggia
ad aprire il mare
da te mi lascio attraversare
vado in avanti
come la montagna che ami tanto
punto la colonna vertebrale
enorme stella
grembo stracciato
a cui puoi ritornare
tutt’intorno travasa la gioia piccola d’esser quasi salvi*
*verso di Amelia Rosselli