Marco Giovenale, Nisroch e Nisaba

Nisroch e Nisaba, tediati, inventano l’alfabeto.
Ovviamente a quel tempo non si chiamava così.
C’era molta baraonda. E bestiame. I porti brulicavano
(un verbo congegnato in quel frangente, alla spiccia).
I cunei inclinati dicono il corsivo? Il servire.
Il fatto o nuvola di correre
perché segno e cosa siano una
eco, lo specchio orientato

(Da Strettoie, Arcipelago Itaca 2017)

Marco Giovenale, né mistero nei viaggiatori

né mistero nei viaggiatori
locali, con i borselli a ordito onesto
neri laminati, beaux temps,
e la plastica del berretto, sua falda tutta scoria.
non fa, non fanno, storia. venti, trenta
secoli e una parte di urto antropico non è
variato; genera dal sonno, dorme, scorta
il sacco, torna
indietro, sotto le polveri vulcaniche
– muore nella pagina di paglia per paura
dell’eclisse, prima che finisca.
culla, non cura

 

(Da Quasi tutti, Edizioni Polimata 2010)

Marco Giovenale, Ne abbiamo già parlato

Ne abbiamo già parlato sul tavolo stencil
al centro con cento persone avanti
(crollabili) (croccanti) (loro noi) cara Lorelei,
con tutti i plurali dissimulati, i compitati, -mputati
e: ’mplimenti (a complemento) come
esercitati, esercitatamente, ne
abbiamo parlato, della guerra
alla reggia, e che ci vuole una
Clitemnestra con eccitata
parte a farlo fuori, ma solo in Eschilo,
il pluriomicida, gentile avvocata
nostra, Lorelei, lei sì
si ricorda quando e quanto se
ne parlava, a inizio secolo,
con quella prosa prolissa in pubblico
che diventava piccola e breve sui pezzi
di men che velina, l’intera
assemblea sostituita, durante
la notte dai servizi
quasi mezzo migliaio di uomini lupo
coi rami che neanche battono alle finestre
alle imposte, che possono essere
liricamente aperte, o non,
nel sogno della grande chiacchierata al chiuso
nella centrifuga che induce
a pensare sia il fuori che va
in tondo, che sta
a girare

 

(Da Strettoie, Arcipelago Itaca 2017)

Marco Giovenale, Dall’altra parte del fotogramma

***

 

Dall’altra parte del fotogramma
il tempo continua in linea retta.
L’acqua – a sciame contro alluminio
giù dal doppio tetto capovolto è dentro
il fosso che la spezza e la preserva.
La durata dell’enigma è gli anni
necessari a rinunciare – con ragione.
Il ratto è nero. Corre in cerchio, accanto.
È la natura della versione. Il paesaggio
fa storia stesura, all’indietro,
all’inverso, pagina-vetro.
È una: varietà della scrittura.
Di questa. Rasura.

 

(Da Storia dei minuti, Transeuropa Edizioni 2010)