Simone Consorti, Alla frontiera

La guardia di frontiera
ha detto che non sono io
e che neppure mi assomiglio
tantomeno mi potrei spacciare
per mio padre o per mio figlio
Mi intima di restare fermo
e per convincermi
mi mostra uno schermo
che qui chiamano specchio
Gli altri passano e mi guardano
facendo di no con la testa
Devo essere una brutta persona
se sono l’unico che resta
Mi studio di nuovo sul mio documento
ma la guardia mi spiega che è vecchio
e lo straccia
fissandomi con la mia faccia

(Da Le ore del terrore, L’arcolaio 2017)

Simone Consorti, Passati i quarant’anni

Passati i quarant’anni
sceglievo i miei uomini
solo dagli spermiogrammi
e dopo il sesso mettevo una croce
sul calendario e sui compagni
L’amore era solo un mezzo
perché la mezza mela
era già completa
anzi era talmente matura
che perdere tempo in coppia
lo vedevo come contro natura
Appena seppi la buona novella
andai a pregare
in una chiesa stupenda
Commissionai una grande culla a un falegname
e tre pigiamini ad un sarto
Ancora oggi mi sembra impossibile
di essere morta di parto

 

(Da Le ore del terrore, L’Arcolaio 2017)