C’è una strada stretta e senza portico
in una Bologna vecchia, fuori porta
sopravvissuta non si sa come
alle bombe prima e al dopoguerra poi.
Qui cammino di pomeriggio
in un giorno qualunque
dipinto di cielo a tratti sorpreso
com’è noto, tra le cimase
dell’urbano peculio.
E ancora è possibile un momento
inatteso di silenzio che risplende.
E, in breve, un colpo di vento,
un’auto che passa e una neve
leggera di foglie morte, che riempie
lo sguardo vuoto di novembre.
E quindi tutto ritorna a tacere.
(Inedito)