Tonino Vaan, Cinquemila anni prima

Cinquemila anni prima, che il suo tempo
arrivasse sulla terra
Duecentocinquanta milioni di volte, il sole
Wei-T’e, osservaste il nascere di una stella.
Massa che fu responsabile
non meno la sua rotazione
e per certe allusioni, ad un medesimo grado
come Noi, da uno e dall’altro orizzonte
Hope la chiamaste, sull’intaglio di una roccia
tra lastre di Sedum
Album e maree di ultralicheni
sola curva di luce, che presenta anomalie
a quali ancestrali pensieri, chissà
buconero fanale, multipla testa di un faro

(Inedito)

Tonino Vaan, fantasmi [tre]

C’era un fantasma in fondo a un corridoio
pare non avesse, più bisogno di sostegno
essendo stato il suo, un percorso lineare
aveva tracciato una strada facile da seguire
nell’urgenza di lasciare, ciò che di lui fosse rimasto vivo
Tutto un dolore fu disposto a tollerare
comportamenti disfunzionali capaci di arrecare
continui disturbi, da stress post mortem
Coltivava ora foschia, dentro un arazzo
dispensando consigli, a cui aveva già pensato

(Inedito)