Domenico Russo, Nudità spessa e impenetrabile

Nudità spessa e impenetrabile consuma lenta strati di parole
volgendosi leviga l’incorruttibile,
quel nome e le ossa intorno la squallida prole.

Nata fu dal sangue in un sogno agglomerato insano, partorito e ripudiato, cronaca nera di un resto pregno
non conosce luogo
per seppellire il suo ultimo fiato.

(Da Puerperium, Eretica Edizioni 2022)

Claudia Olivero, Agamennone

E così sei rimasto, Agamennone –
negli occhi: Elettra. Quel rosso
velo che copre il futuro –
tua disfatta. Clitemnestra
non ha potuto capire, sapere
e Oreste – vittima assurda.
Tu sei rimasto a stringere mani
abassare lo sguardo – Quando eri fiero
giocavi con loro, li amavi
ed ora, cosa resta di quel sentimento,
cosa provi? Nel ventre solo Eelttra
che non sai più chiamare tua.
La vorresti lontana, eppure
ironia di una Sorte vigliacca,
è lei l’ultimo appiglio alla vita che resta.
Lei, che ti ha dato la morte
lasciandoti vivo.

Agamennone, non puoi più partire, ora,
perché non ti resta una Casa
alla quale tornare.
Chiedi pace, Eroe dell’Assurdo,
chiedi la pace che ti spetta
col tremendo silenzio di Elettra nel cuore:
diventa nebbia quel velo scarlatto
sui tuoi ricordi feroci.
Le tue mani si facciano Eumenidi
attorno al cuore. E quel bacio
di Elettra, quel bacio, che ti ha scavato le guance.

(Inedito)

Carlo Ragliani, Frutto maturo

frutto maturo
è il capo
quando il ferro perfora
chi è già morto
questo conferma la notte
più della mosca
che cola dal labbro
più del fallimento
che consuma
interminabile

(Inedito)

Luca Vaglio, Forse anche tra le persone e nei loro pensieri

Forse anche tra le persone e nei loro pensieri
a volte, o spesso, ci sono e insistono masse
di materia, nodi estremi, informi, e violenti,
gravità cerebrali e ultime di logos buio dove
la luce non passa più e non trova vie di fuga
e dove il tempo è come recluso in se stesso,
oppure fermo dentro cose che non vediamo,
oscure e senza definizione come i buchi neri.

(Da Cosmologie, Marco Saya Edizioni 2022)

Stefano Bottero, Io non ho più mani

io non ho più mani.
fretta
di camminarti in gola come
scale – quando è tardi
rame
sottratto ai cavi.
Bianca – il tuo sangue non ha direttive
domani non c’è.

(Inedito)

Alberto Toni, Più non cedeva all’ombra

Più non cedeva all’ombra, che è morte sopra ogni cosa
viva. Via, dunque, al riparo sotto il fogliame, al margine
pericolante e inquieto, ma vivo, appena raggiunto.
Era solo una figura celeste alla luce del primo mattino,
spariva dove nessuno aspettava che finisse.

(Da Tempo d’opera, Il Ramo e la Foglia Edizioni 2022)

Vyacheslav Konoval, Day after day

Days pass, nights pass,
I wipe with sweat my glass,
awaiting changes like never before.
Let new opportunities enter through the door.

*

Giorno dopo giorno

Passano i giorni, passano le notti,
asciugo col sudore il mio bicchiere,
in attesa di cambiamenti come mai prima d’ora.
Lascio che nuove opportunità entrino dalla porta.

(Inedito; traduzione di Sonia Caporossi)

Luca Atzori, Natura


darstellen und
nicht
erklaren

G.

La natura è come una superficie
coperta di cunei
ed ecco dunque perciò
ogni poesia
è già dimenticata.
Ogni prova
pluricellulare
(anche voce del verbo, sì)
a doux gout
con la polpetta eucariota:
mastico con la bocca aperta
guarda aaa
ogni verso sarà cancellato
dal piscio nanometrico
che solo ha saputo farsi spazio
nell’ammassamento dei giganti
in quell’angolo farcito
come il sito dell’inps
ai tempi della tua
vita mortale.
Spazzati via Montale e Rimbaud
e Dante Petrarca
e addormentarsi la sera
restare così come s’era
tutto ciò che dura
lascia che tutto ciò finisca
-un secondo lasciarmi
che devo fare il bisogno
e torre che crolla
piogge, maggesi:
galatei creature
di mille saggezze
tutto quel muoversi
tumulto allarmato
cantato dal saggio dei gufi
niente di lirico
in ciò
niente in ciò
niente hai capito
nientemanzia.
Scivola il ramoscello
ricade bemolle
per l’estatica rimembranza
daremo un senso
alla nostra digestione
quando avremo finito
i cioccolatini pasquali
rimasti
del Sole
che inghiottirà
la Terra.

(Da Vangelo degli infami, Eretica Edizioni 2020)


Francesco Scapecchi, Ciò che manca qui

ciò che manca qui : e percezione : e parlare
accorgersi di semplice symploké :
e avere e contenere : scacchiere fragili
fatte di mandala : segni a traccia dentro vento :
riconoscere le case, gli indirizzi, averne tanti
sbagliare il grande numero :
buttare fuori, in esterno : il nostro trasloco eterno
dal trasferito all’inconsulto : il salto
del riconoscimento : e avere idea de :
cognizione di : portati da : la causa :
qualcuno accusa il rimpiazzo : denuncia
la falsa posizione : troppo tardi : non accorti
ci abbiamo sì a che fare soprattutto
con cose troppo grandi per l’arredo

(Da Il sentimento non dicibile dell’oggi, Transeuropa Edizioni 2022)

Carlo Gregorio Bellinvia, Forse

Tutto qui, io credo. Per questo
non invio posta né desidero
traccia di alcun tipo
dal mondo. Cancello
sempre l’email malformata
che non distingue tra Uomo
e uomo negli indirizzi. Scanso,
evito, prevengo. Non possiedo
riferimenti, come
in quei treni incrociati,
non so se sia io in fuga
o se sia solo l’altro
carro in moto. Ma è facile,
alla fine basta valutare
le margherite uniche,
ferme, ai bordi del binario.

(Da Omissis, Arcipelago Itaca Edizioni 2021)