La tua stanza colore amaranto
Non sopportava eccessi di sole
Sfoglia a sfoglia come budelli d’oro
Inondava di luce l’alba della levata
Procedeva il racconto al punto di diagnosi
S’affrettava al dopo ma non chiesi ragione
L’indugio forse per ritrosia o trasalimento
Sospensione del giudizio causa persistenza
Di lastre d’opale tra possibili opposti
Nel frangente le rive scivolarono alla deriva
Urgeva mettere al bando ogni viltà
Come fosse questione di scelta il respiro
Fu la diga ad immergermi nell’aurora
Volevano estrarmi da lamiere contorte
Che sibilavano come bestie ferite a morte
Si fermò il cantiere al suono di una sirena
Nella casa accanto curiosi scostarono le tende
Io scelsi di voltarmi a guardare negli occhi
Il silenzio che mi gridava nuvole di fuoco
Come nel più dannato dei gironi danteschi
(Da Liturgia degli anni, Raffaelli Editore 2017)